
Migliavacca torna dall’evento in Vaticano. E riconferma gli aperitivi in tutte le vallate con i giovani .
Tutta un’altra storia. I giovani "sanno mettersi in gioco, sanno ascoltare, sono attenti ai messaggi dei tanti coetanei da tutto il mondo coi quali si sono confrontati". Altro che giovani "intontiti" dai social, i 140 giovani della diocesi aretina (e non solo) sono "svegli". Parola di vescovo, di ritorno dal Giubileo e dai momenti forti che lo hanno attraversato. Migliavacca insiste nel descrivere l’essenza di ragazzi che scoprono l’importanza del dialogo, il mettere in comune esperienze e provenienze diverse e dalle parole del Papa "hanno sentito di essere protagonisti nella Chiesa, hanno sentito che c’è attenzione ai loro messaggi".
Tour de force romano, per la delegazione della diocesi aretina guidata dal vescovo Andrea che non si è perso un minuto dei tanti appuntamenti, incontri, momenti di preghiera nel quartier generale assegnato al gruppone aretino: la parrocchia di San Felice in Cantalice, a Centocelle, nel cuore della Roma popolare. E tra i tanti flash del racconto di giornate dense di emozioni, sottolinea il rendez vous (mercoledì) in piazza San Pietro "con numerosi testimoni, musica, l’esibizione di Mister Rain e poi il bellissimo intervento del cardinale Zuppi". Un feeling solidissimo tra il vescovo e il presidente dei vescovi italiani.
"Per me è stata l’ulteriore prova di ciò che penso già: i giovani sono pieni di valori positivi e se crediamo in loro, sono davvero la speranza". Parole chiave dal Giubileo: pace, dialogo, fraternità. Concetti che adesso i ragazzi della diocesi custodiscono nei trolley e nelle prossime settimane diventeranno "pane" per nuovi incontri e nuovi cammini di condivisioni negli appuntamenti ai quali il vescovo Andrea sta lavorando, pensando già al prossimo anno. Un esempio? Gli aperitivi che inaugurano la primavera e si allungano all’estate, nelle piazze delle quattro vallate e poi in città. Ormai una consuetudine collaudatissima col vescovo che offre uno spritz all’ora della movida, nei luoghi dove i giovani amano incontrarsi. E parlare. Gli aperitivi riprendono a primavera, ma con una novità rispetto al clichè: "I ragazzi che parteciperanno ai vari incontri nelle vallate, poi riceveranno un invito per un aperitivo finale con il vescovo nel giardino del Vecovado", spiega Andrea. Un modo per mettere a dimora il seme della condivisione.
Già la condivisione: se a Roma è stata il leit motiv, in città fa i conti con la petizione che ha già trecento firme di aretini contrari al trasferimento della mensa Caritas in via Chiassaia e chiedono un intervento alle istituzioni. Va detto che si tratta di una sede provvisoria e destinata solo al pranzo, ma per chi ha aderito alla protesta non ci sono le condizioni tecniche e di sicurezza, neppure per una soluzione provvisoria.
"Da parte nostra c’è disponibilità al dialogo. Dal punto di vista tecnico, abbiamo già verificato con le autorità competenti i vari aspetti di idoneità e sicurezza. La vicina mensa di San Domenico non crea alcun problema e quindi le persone che legittimamente manifestano un dissenso possono essere rassicurate sul fatto che questo servizio riguarderà per ora solo il momento del pranzo". Poi la chiosa: "Siamo convinti che chi si rivolge alla mensa della Caritas, servizio aperto a tutta la città, è nostro fratello".