LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Bufera travolge la Fiera. Torrenti sotto i banchi, caccia ai pezzi nell’acqua. “Tutto è accaduto in pochi attimi”

Sottopasso Baldaccio caos. Tra fulmini e grandine, l’odissea degli antiquari costretti a salvare il salvabile. Tesori nel fango ma c’è anche chi riapre. Polemiche per lo svincolo in panne

Bufera travolge la Fiera. Torrenti sotto i banchi, caccia ai pezzi nell’acqua. “Tutto è accaduto in pochi attimi”

Arezzo, 4 agosto 2025 – Pagine di libri, pezzi di storie e di vita, navigano il Corso. Come naufraghi alla deriva, spazzati via dalla tempesta. Quella che si è abbattuta sulla città a metà mattina di una domenica, solo apparentemente tranquilla. Perché poco dopo le 11 è cambiato tutto. Il sole è fuggito, inseguito da nuvoloni neri calati su tetti, vicoli, piazze, infilati nei sottopassi col loro bagaglio di pioggia e grandine. Tutto in un’ora e mezzo surreale. Antiquari a piedi nudi lungo il Corso e giù dalla parte alta della città a inseguire cassette e oggetti volati via dai banchi, sospinti dalla furia del vento e della pioggia. Tesori in mezzo a un torrente di fango. Libri, suppellettili, quadri, scivolano lungo via Ricasoli, attraversano di gran carriera piazzetta della Madonna del Conforto e poi ancora giù in picchiata. Maria, ha salvato il suo banco strapieno di preziose porcellane solo perchè «avevo teli robusti e una piattaforma in plastica. Ma la furia della pioggia, trasformata in grandine, non ci ha risparmiato: dai gradini che salgono al Prato, l’acqua veniva giù fortissima, come un torrente, trasportando detriti, legno e foglie, rami di alberi. Avevamo i piedi immersi in trenta centimetri di fango, è stato davvero incredibile, sembrava una tempesta tropicale» racconta. Si è cambiata scarpe e vestiti nel suo furgone e passata la bufera asciuga le porcellane e pure i contenitori di carta zuppi d’acqua.

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Il nubifragio che si è abbattuto sulla Fiera antiquaria ad Arezzo

«Dovrò trovare una soluzione per tornare a casa senza fare i cocci», prova a scherzare ma il gusto di questa domenica è decisamente amaro. Per lei e per gli antiquari di via Ricasoli, la zona più battuta dalla bomba d’acqua. «Sono stati minuti lunghi come ore, volava di tutto» dice Mara, storica antiquaria di via Cavour. Banchi chiusi, turisti al riparo tra ristoranti e portoni dei palazzi. «La gente se n’è andata e quella che era iniziata come una buona mattinata si è trasformata in tregenda».

La bomba d’acqua distende i tentacoli dappertutto e «occupa» il tunnel del Baldaccio. Squadre di operai del Comune al lavoro per liberare i sottopassi dall’acqua, per alcune ore. Il governatore Giani manifesta via social la vicinanza agli espositori e agli aretini colpiti dal maltempo. Replica a stretto giro la vicesindaca Tanti: «Il nubifragio ha avuto dimensioni importanti: in tempi brevi e grazie al lavoro degli operai e della Municipale la situazione è rientrata».

Così mette il sigillo alle polemiche sui social per lo svincolo in panne. Poi il pensiero agli antiquari. Nel primo pomeriggio il sole riesce a cacciare i nembi neri e tutto si calma. Ma inizia la conta dei danni. Che per molti espositori si traduce in perdita non solo di affari ma pure di oggetti: libri e soprammobili, ma anche mobili impregnati d’acqua. All’intersezione tra il Corso e Piazza Sant’Agostino, la scena sembra quella di un campo di battaglia: foglie, detriti, pagine ingiallite di volumi accartocciate tra fango e acqua: una lunga striscia, come una ferita nella città dell’Antiquaria schiaffeggiata dal maltempo. C’è il sole, è tregua per un paio d’ore, prima di un nuovo rovescio. Gli antiquari di via Ricasoli stendono teli sulle gradinate del Duomo, insieme a cartoni intrisi d’acqua e oggetti da asciugare. Come si fa a casa quando si stendono i panni appena lavati sperando che il sole faccia il suo mestiere in fretta. Ma qui, la lavatrice ha usato una centrifuga pesante.