
In provincia di Arezzo oltre la metà delle attività turistiche non ha partita Iva L’allarme sulla trasformazione del turismo nell’indagine di Confcommercio
In provincia di Arezzo oltre la metà delle attività turistiche non ha partita Iva. "Il 54% dei Cin è intestato a locazioni turistiche non imprenditoriali", osserva Laura Lodone, responsabile area turismo di Confcommercio Toscana. "Nel Comune di Arezzo la percentuale scende al 40%, ma a Cortona sale fino al 62%. Numeri che impongono una riflessione: quale modello di turismo vogliamo?".
Per Lodone la questione è strutturale: "Se consideriamo il turismo un’industria, siamo fuori strada. Le locazioni sono attività legittime, ma non industria. Sono economia estrattiva: si tira fuori denaro, senza indotto". Un tempo, ricorda, B&B e affittacamere erano un’integrazione. "Oggi il rischio è che il turismo diventi un sostituto del welfare: tanti mettono a reddito seconde case, soprattutto ereditate. È comprensibile, ma non è sviluppo". Dietro la scelta di affitti brevi ci sono motivi pratici. "Con un inquilino stabile non lo mandi via: la giustizia civile è lentissima. Con il turismo pagano e se ne vanno. È razionale, ma somma dopo somma si trasforma il mercato".
I numeri regionali confermano: dei 67.633 Cin in Toscana, solo 16.854 sono imprese. Il 75% è gestito da privati. "È la fotografia di un turismo che si allontana dall’impresa per trasformarsi in rendita", sottolinea Franco Marinoni, direttore di Confcommercio. "E quando l’economia diventa rendita immobiliare, la ricchezza resta in poche mani".
Il problema, insiste Lodone, oggi è nero su bianco: "Il ministero del Turismo ha pubblicato i dati per Comune. Se la Corte costituzionale non blocca la norma sul cambio di destinazione, molte strutture passeranno a locazioni turistiche e i numeri cresceranno ancora".
Conseguenze? "Un turismo povero", avverte. "Il lavoro generato è quasi solo di pulizie, meno possibilità di crescita. Un euro speso in un’impresa crea indotto, uno in una locazione privata resta lì".
C’è poi il nodo delle regole. "In Toscana la legge regionale è punitiva verso l’extralberghiero con partita Iva. Così chi lavora in forma imprenditoriale chiude e si sposta sulla locazione. È paradossale: puniamo chi crea indotto e premiamo chi non produce valore".
Il rischio è duplice: desertificazione urbana e perdita di competitività. "Gli affitti brevi tolgono case al residenziale, i centri si svuotano. Senza strategie non si costruisce un brand. Firenze è fuori controllo, ma anche Arezzo deve chiedersi: vogliamo un’economia di rendita o d’impresa?".
La risposta, per Lodone, deve arrivare dall’alto: "Non possono essere solo i Comuni. Serve una legge nazionale con criteri uniformi. O resteremo in balia di frammentazioni. È questione di sviluppo, ma anche di identità: se il turismo diventa solo rendita, che futuro avranno le nostre comunità?".
Gaia Papi