ANGELA BALDI
Cronaca

Affitti brevi, quasi quattromila alloggi sul mercato

Il 90% è registrato, nel Comune le strutture turistiche sono 527 per 750 posti. L’associazione di categoria: «Rischio concorrenza sleale

lodone

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Arezzo, 24 luglio 2025 –  Il rischio è quello di aumentare la concorrenza sleale e ridurre la qualità senza creare ricchezza. E' l'allarme della responsabile area turismo di Confcommercio Toscana Laura Lodone sul fenomeno affitti brevi che dilagano anche in città. Quanto pesano nel territorio aretino? Con 3.942 strutture e 3.614 Cin, il Codice identificativo nazionale, qui siamo al 91,68% di Cin sulle realtà registrate nell'intera provincia. Cosa significa? Che da gennaio, quando è diventato obbligatorio il Codice identificativo nazionale per le strutture ricettive e gli immobili dedicati ad affitti brevi, tutti gli host di Airbnb sono stati costretti a registrarsi al Ministero del Turismo. Pena la cancellazione dalla piattaforma. Così c'è stata la corsa a regolarizzarsi. Gli effetti della nuova normativa si registrano in tutta Toscana dove sono aumentati in maniera esponenziale le strutture che hanno dichiarato di svolgere questa attività. I dati sul portale del Ministero dicono che in Toscana ci sono 79.790 soggetti registrati, con 69.726 Cin rilasciati, di cui 1.930 in corso di verifica amministrativa. Si tratta dell'87,39% di Cin su realtà registrata.

La classifica, che vede Arezzo settima in regione, m ette al primo posto Firenze, con 24.403 strutture registrate e 19.452 Cin, il 79,71%. Sul podio ci sono poi Livorno con 12.644 strutture e 11.647 Cin (92,11%) e Grosseto con 11.583 e 9.735 (84,05%). Lucca è quarta con 10.286 e 9.550 (92,84%), seguono Siena con 6.869 e 6.544 (95,27%) e Pisa con 5.065 e 4.764 (94,06%). Settima appunto Arezzo, seguita da Massa Carrara con 2.452 e 2.163 (88,21%); Pistoia con 2.011 e 1.791 Cin (89,06%); e Prato con 535 strutture registrate e 466 Cin rilasciati (87,1%).

"Dentro il numero totale di strutture della provincia (3614), nell'area aretina intesa come ambito del comune di Arezzo più Capolona e Castiglion Fibocchi - spiega Laura Lodone responsabile area turismo di Confcommercio Toscana - c i sono ben 527 alloggi privati su 747 posti per dormire. Si tratta quindi di attività senza partita iva, il turismo così non è più un'impresa. Nel dettaglio nell'ambito aretino, gli agriturismi sono 66, gli alloggi come case vacanze, affittacamere, locazioni turistiche in forma imprenditoriale 124, gli alloggi privati sono 527, i b&b 3, i campeggi 1, le case per ferie 21. Dato che la locazione è organismo monocellulare non c'è spazio per altre figure Così se in casa vacanza, agriturismo o b&b ci sono addetti dalle pulizie alla reception, con contratto di lavoro relativo alla propria categoria, dall'altra c'è un problema imponente”.

La nuova normativa ha avuto il merito di far venire a galla i numeri del fenomeno. "Ora sappiamo quanti sono grazie al cin - continua Lodone - la nuova legge sul turismo ha dato input a nuove locazioni turistiche, ma senza partita iva, chi controlla i requisiti? C'è confusione, serve una legge sulle locazioni turistiche che ne circoscriva i contorni. Il turismo altrimenti è sempre di più un'industria non fatta da imprese. Le presenze ad Arezzo sono aumentate così come l'offerta. Le imprese però si trovano a concorrere con una marea di gente che impresa non è. Mi preoccupa la fretta e le dimensioni con cui cresce il fenomeno. Grazie al Comune c'è stato un lavoro straordinario e abbiamo zero strutture sottoposte a verifica amministrativa. Ma resta il rischio di aumentare la concorrenza sleale e ridurre la qualità. Non si crea ricchezza, si tratta di rendita che arricchisce solo chi lo fa e impoverisce gli altri, un conto è avere un dipendete con contratto collettivo del turismo, e un conto è avere solo un collaboratore domestico che fa pulizie”.