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Cronaca

Zanzare e virus West Nile, come si trasmette. L’esperto: “I sintomi a cui fare attenzione”

L’infettivologo Pierluigi Blanc fa il punto dopo i casi nel Lazio: “In Toscana nessuna segnalazione, ma la prevenzione resta fondamentale: evitare le punture di zanzara seguendo i classici accorgimenti e segnalare subito i casi sospetti”

Il virologo Pierluigi Blanc fa il punto sul virus West Nile

Il virologo Pierluigi Blanc fa il punto sul virus West Nile

Firenze, 25 luglio 2025 - “Nessun allarme, ma servono sorveglianza e prevenzione perché per gli anziani con altre patologie e gli immunodepressi i rischi possono essere gravi”. Con l’infettivologo Pierluigi Blanc facciamo il punto sul virus West Nile, intorno al quale si sono accesi i riflettori soprattutto dopo i numerosi casi registrati a Latina.

Dottor Blanc, cominciamo dalle basi: che cos’è esattamente il virus West Nile e come si trasmette all’uomo?

“Il West Nile è un arborivirus, trasmesso da vettori, in particolare dalle zanzare del genere Culex. Gli uccelli e i cavalli fungono da serbatoi del virus, che può essere trasmesso all’uomo attraverso la puntura di una zanzara infetta. Non esiste trasmissione diretta da persona a persona ma, in teoria, se una zanzara punge un individuo che in quel momento ha il virus nel sangue e poi punge un altro soggetto, allora in quel caso può fungere da tramite.

È quindi fondamentale il controllo della diffusione del virus, soprattutto tra gli animali serbatoio. In Italia è attivo un sistema di sorveglianza e la segnalazione tempestiva di ogni caso è cruciale per consentire agli uffici di igiene di intervenire con bonifiche ambientali e ridurre al minimo la circolazione del virus”.

In Toscana quanto è reale oggi il rischio di contagio e quali sono le zone più a rischio?

“Al 23 luglio in Italia si sono registrati 32 casi di infezione. Il virus West Nile non è una novità: è presente da anni, soprattutto in regioni come Emilia-Romagna e Piemonte. Quest’anno ha fatto scalpore la concentrazione di casi nel Lazio, in particolare nella provincia di Latina, dove si sono contati 15 casi. In Toscana, al momento non risultano segnalazioni. Questo non significa che il virus non circoli affatto: in molti casi si manifesta con sintomi lievi e può passare inosservato. Nella mia esperienza ho diagnosticato un paio di casi clinici in passato, ma si trattava di forme più serie che hanno richiesto il ricovero. La Toscana non è considerata una regione ad alto rischio, a differenza delle aree della pianura padana, dove le zanzare sono più diffuse e l’attenzione è più alta.

In ogni caso, alla comparsa di un’infezione, scattano le misure previste: interventi di disinfestazione e contenimento, analoghi a quelli già in uso per altri virus come la dengue. Va ribadito: nessun allarme, il virus West Nile è presente da tempo e viene gestito con protocolli consolidati”.

Quali sono i sintomi più comuni e quelli a cui bisogna prestare maggiore attenzione? Quando è il caso di allarmarsi e rivolgersi al medico?

“La maggior parte dei soggetti infetti non sviluppa sintomi. Quando presenti, i sintomi più comuni sono lievi: mal di testa, dolori muscolari, febbricola, che spesso passano inosservati o sono confusi con un’influenza. A preoccupare sono i casi in cui compaiono sintomi neurologici: cefalea intensa, febbre alta, confusione mentale, sopore. Sono manifestazioni che possono ricordare la meningite o l’encefalite

In questi casi, è fondamentale che il medico pensi anche al West Nile e approfondisca con esami specifici, come analisi del sangue e puntura lombare. Solo così si può arrivare a una diagnosi certa”.

Come ci si può proteggere dal virus?

“Non esistono vaccini né terapie specifiche, quindi la prevenzione è l’arma principale. Bisogna evitare le punture di zanzara... I consigli sono sempre gli stessi: usare repellenti e zanzariere alle finestre, indossare indumenti lunghi quando si è all’aperto, eliminare acqua stagnante da sottovasi, ciotole o contenitori. Tutto ciò che può evitare la proliferazione delle zanzare è utile”.

I casi gravi sono rari?

“Sì, nella stragrande maggioranza dei casi l’infezione è asintomatica o lieve. Solo lo 0,1% circa degli infetti sviluppa forme gravi. I soggetti più a rischio sono anziani, persone con comorbidità o con immunodepressione, per i quali l’infezione può comportare complicazioni neurologiche importanti”.