PAOLA TOMASSONI
Cronaca

La febbre del Nilo: "I casi gravi in ospedale solo la punta dell’iceberg"

Il professor Mario Tumbarello, direttore Malattie infettive delle Scotte, spiega il West Nile, virus trasmesso dalle zanzare che circola prevalentemente in questa stagione: "Non esiste vaccino, né un farmaco antivirale specifico".

La diagnosi è fatta con specifici esami microbiologici sui casi gravi. in ospedale

La diagnosi è fatta con specifici esami microbiologici sui casi gravi. in ospedale

Qualche giorno fa la morte di una donna di 82 anni nel Lazio per il virus West Nile, in seguito a puntura di una zanzara. E’ scattato subito l’allerta virale per una malattia che si manifesta spesso con una sintomatologia simil influenzale. "Il West Nile non è un nuovo virus ed è tipico della stagione caldo-umida, non sono frequenti i casi in Toscana, le regioni Italiane che negli anni passati hanno presentato il maggior numero di casi sono sono Emilia Romagna e Veneto. L’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, di qualche giorno fa, riferiva finora di 5 casi diagnosticati: 4 legati ad una forma neuroinvasiva e uno accompagnato solo da febbre", spiega il professor Mario Tumbarello, direttore di Malattie infettive e tropicali alle Scotte e della Scuola di specializzazione universitaria.

Professore, cos è la ‘febbre del Nilo? "E’ una malattia causata da un virus trasmesso dalle zanzare, non esiste il contagio diretto per contatto da uomo a uomo, serbatoio dell’infezione sono gli uccelli selvatici e oltre all’uomo possono essere infettati diversi animali. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta è generalmente di 7-14 giorni. E’ un virus conosciuto da tempo, il primo caso si è osservato in Uganda (nella regione ad ovest del Nilo) più di una cinquantina di anni fa. Il vettore è la zanzara e quindi da noi circola prevalentemente in estate, tanto che ha fatto scalpore che il primo dei 5 casi accertati quest’anno sia stato diagnosticato in Piemonte a fine marzo".

Il periodo è insomma questo. "Sì, dunque il piu’ deve ancora arrivare. Alle Scotte non abbiamo ancora avuto casi di West Nile, ma non mi stupirebbero. Tra l’altro oggi si viaggia molto e anche a Siena arrivano turisti da tutto il mondo, insomma siamo piu’ esposti di ieri ad alcuni tipi di malattie infettive".

Come si manifesta il virus? "L’80% degli infetti sono paucisintomatici o del tutto asintomatici, quindi non vengono in contatto con il sistema sanitario; il restante 20% manifesta qualche sintomo. Pertanto solo in questi casi ce ne accorgiamo. Si manifesta spesso con sintomi similinfluenzali, febbre, anche alta, artomialgie e stanchezza. In alcuni rari casi c’è interessamento del sistema nervoso centrale che può provocare una meningoencefalite, sono questi i casi più gravi. La diagnosi è fatta con specifici esami microbiologici sui casi più gravi che finiscono in ospedale. Ma è solo la punta dell’iceberg".

La prevenzione? "Non esiste vaccino, né un farmaco antivirale specifico. L’unica forma di prevenzione è ripararsi dalla puntura della zanzara. Ecco, con i cambiamenti climatici cui ormai assistiamo dovremmo forse ripensare a come sia utile dotare le nostre abitazioni di zanzariere. All’aperto è praticamente impossibile evitare tutte le punture di zanzare, anche utilizzando i noti spray repellenti. Dunque eliminare del tutto i rischi è impossibile, ma con qualche accorgimento possiamo difenderci e limitarli".

Altri virus in circolazione nel periodo estivo? "Con lo stesso vettore, le zanzare, c’è la Dengue: l’allarme non è tanto per i casi arrivati con turisti o persone provenienti da aree dove la malattia è endemica, ma quando la malattia colpisce una persona non reduce da un viaggio, ma che l’ha contratta qui da noi. Come è avvenuto l’anno scorso ad esempio anche nella zona di Siena. Quest’anno alle Scotte non abbiamo ancora avuto casi, ma non sarei stupito se ne arrivassero".

Paola Tomassoni