
La scelta di campo (largo) del capogruppo che scuote la maggioranza
Ci sarebbe anche un “civico“ viareggino sotto il tetto della “casa dei riformisti“ del presidente Eugenio Giani. Questa la notizia che ieri mattina, ad un manciata di ore dai termini per la presentazione delle liste in vista delle regionali di ottobre, ha cominciato a circolare a denti stretti negli ambienti politici cittadini.
L’avvocato David Zappelli, da dieci anni capogruppo della maggioranza Del Ghingaro, ma ormai sempre più (evidentemente) defilato, sarebbe nella rosa dei candidati per il consiglio regionale col centrosinistra nel “listone“ – composto da renziani, riformisti, liberal-democratici e civici, appunto – del governatore uscente, che ambisce a conquistare almeno due seggi.
Mancherebbero soltanto le ultime formalità burocratiche, "ma lui è dentro" conferma chi sa. Nel campo largo, che mette insieme Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra.
Che impatto avrà, se l’avrà, sulla maggioranza la candidatura di Zappelli nel listone di Giani? Lo scopriremo cammin facendo, per il momento da piazza Nieri e Paolini tutto tace. Certo è che rispetto a cinque anni fa, quando insieme alla regionali Viareggio era chiamata al voto delle amministrative, tutto è cambiato. L’accordo tra Del Ghingaro e il Pd, sull’asse Viareggio-Firenze, si è frantumato dopo il licenziamento della vicesindaca Federica Maineri. E piano piano, salvo qualche tregua, si è acuito anche lo scontro istituzionale tra il sindaco e il presidente Giani; prima sul Parco, poi sul Porto, e ancora l’Asse di Penetrazione, fino al calendario elettorale...
Ma la politica è un po’ come gli scacchi: basta una mossa per capovolgere gli equilibri. E la candidatura del capogruppo dei “delghingariani“ nel listone di Giani, benché in linea con l’origine politica di Zappelli (nato con i popolari e transitato dal Pd ), appare come la più imprevedibile. La mossa del cavallo, in gergo. La scelta di campo (largo) potrebbe allargare le crepe all’interno della maggioranza o al contrario potrebbe rappresentare un ponte per nuovi confronti con il centrosinistra. Chissà. Difficile però pensare che Giorgio Del Ghingaro, che sulla scrivania ha un “Re“ preso proprio da una scacchiera, rimarrà alla finestra a guardare gli altri...