
Tiene banco l’applicazione del "lodo Ceccarelli" per il terzo mandato. Gli schleiniani puntano a una discontinuità sulla lista: "Decide Fossi". .
di Francesco Ingardia
"Che volete ancora? Abbiamo realizzato il sogno di Elly: un campo largo che va dai 5Stelle a Renzi". Ironia e un filo di stanchezza filtra da via Forlanini ora che la fumata bianca in direzione ha chiuso il dossier del candidato governatore. Ma alla segreteria Pd non sfugge un dettaglio: Giani è un riformista di razza, non uno schleiniano. Dove ottenere allora quella "forte discontinuità" richiesta dal nuovo corso del Nazareno? Sulle liste, ovvio. In calce alla "festa" per Giani in direzione si è registrato il primo passo: il regolamento per le liste che rimanda i criteri di composizione all’articolo 28 dello statuto nazionale sull’incandidabilità dei consiglieri regionali a tetto. Oltre i due mandati non è possibile andare, salvo deroghe. Che, assicurano da via Forlanini, saranno al massimo "tre per eccesso", in virtù del comma 9 che fissa un numero di casi "non superiore al 10% degli eletti Pd" alle ultime regionali. Già i dem sanno di non poter replicare il bottino di seggi del 2020 (22), la coalizione è ora allargata, e di tanto, rispetto al tandem Pd-Iv della giunta Giani I, la proiezione in base ai sondaggi scende a 15 scranni.
Non è finita, a titolo informativo in Emilia Schlein non ha concesso nessuna deroga. Tolti casi sparuti di coloro che hanno sfruttato un precedente toscano: il famoso "lodo Ceccarelli". Sfuggono al regime delle deroghe tutti i consiglieri con un mandato da assessori. Un sospiro di sollievo per i vari Bezzini, Nardini, Marras e Monni. Sia l’assessore allo Sviluppo economico che quella all’Ambiente appaiono già blindati, potrebbero anche tornare in giunta su nomina diretta di Giani. Ma, in ogni caso, grati per la battaglia in punta di diritto portata avanti e vinta dinanzi alla commissione di garanzia in seno al Pd nell’era di Zingaretti segretario dall’ideatore, il capogruppo uscente Vincenzo, aretino e campione di preferenze. Il cui futuro è appeso alle volontà del Pd Toscana. "Ad oggi vale ancora, ma decide Fossi se confermare anche a questo giro l’interpretazione del lodo Ceccarelli", sussurrano dal quartier generale di Novoli.
Il partito potrebbe chiedere a Ceccarelli un passo indietro oggi in cambio di uno in avanti domani come candidato sindaco di Arezzo nel ’26. Resta una fitta pattuglia di consiglieri a tetto a cui tremano i polsi: Francesco Gazzetti, Marco Niccolai, Enrico Sostegni, Giacomo Bugliani, Federica Fratoni e, ovviamente, il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo. La settimana calda per sciogliere il nodo andrà dal 26 agosto al 9 settembre. Non c’è più tempo. Perché tre giorni dopo, il 12, scade il termine ultimo per il deposito delle liste vidimate dal (ri)candidato Giani.