EMANUELE BALDI
Cronaca

Giani, la notte dell’incoronazione: "Accetto con responsabilità". Risiko di progetti, deroghe e liste

Nella serata di ieri la direzione del Pd ha sciolto la riserva sulla ricandidatura del governatore Il nodo dei nomi per le elezioni. Conta lo statuto nazionale: terzo mandato per il 10% degli eletti .

Nella serata di ieri la direzione del Pd ha sciolto la riserva sulla ricandidatura del governatore Il nodo dei nomi per le elezioni. Conta lo statuto nazionale: terzo mandato per il 10% degli eletti .

Nella serata di ieri la direzione del Pd ha sciolto la riserva sulla ricandidatura del governatore Il nodo dei nomi per le elezioni. Conta lo statuto nazionale: terzo mandato per il 10% degli eletti .

Niente notte dei lunghi coltelli tra riformisti e schleiniani (per la composizione delle liste c’è tempo...) come pronosticavano da tempo i più maligni. Alle 21,49 – quando il segretario regionale dem ha sciolto ufficialmente la riserva sulla candidatura bis del governatore uscente Eugenio Giani – un applauso rotondo e bipartisan ha squarciato l’aria ancora impastata di caldo di Novoli. Qui ieri sera, nel quartier generale del Pd di via Forlanini, la direzione regionale del partito ha formalmente autorizzato Giani a macinare, da oggi, i consueti i chilometri su e giù per il Granducato con la coccarda della candidatura appuntata sul petto. Una formalità, o poco più, ma che segna un passaggio chiave: d’ora in avanti si tratta. Su nomi, liste e programmi. Per ora un po’ tutti si intestano la vittoria e il presidente uscente gongola: "Con emozione e responsabilità accolgo la proposta del Pd di candidarmi a un secondo mandato" commenta a caldo. E ancora: "Abbiamo seminato molto, e i frutti si cominciano a vedere. La Toscana è più forte, più giusta, più sostenibile. Abbiamo investito sulla sanità pubblica, sulla scuola, sul lavoro, sulla cultura, sulla transizione ecologica, sulla Toscana diffusa e sulle infrastrutture senza mai dimenticare nessun territorio", ora, ha proseguito, "il mio impegno continua, con la stessa passione del primo giorno". "Conosco Eugenio da tantissimi anni e oltre l’affetto che mi lega a lui ne ho sempre apprezzato le qualità umane, politiche e il radicamento sul territorio" commenta poi su Instagram Sara Funaro. Tutti contenti, per ora, insomma. I riformisti che si sono aggiudicati il boccone più succulento, cioè il nulla osta alla ricandidatura di Giani. Gli schleiniani che escono rafforzati, o per meglio dire rasserenati dalla scelta – tutt’altro che plebiscitaria – dei 5 Stelle di dare disponibilità aderire al campo largo. Era d’altronde una priorità nell’agenda della segretaria nazionale Elly Schlein e i suoi l’hanno portata a casa: potranno ora dire con forza la loro sulla composizione delle liste e sulla preparazione dei programmi elettorali ’ristrutturati’ necessariamente più a sinistra rispetto al passato. Un aspetto non di secondaria importanza quello delle liste poiché il peso degli schleiniani potrà e dovrà – nel futuro governo toscano (sempre a patto che al voto prevalga il centrosinistra, come ogni sondaggio certifica senza ombra di dubbio...) – avere un peso specifico nettamente diverso rispetto al gruppo consiliare uscente a trazione quasi interamente riformista. Anche se qualcosa l’area Giani può ancora rosicchiare. Qual è infatti la regola aurea maturata nella notte di via Forlanini? Decidere di non decidere sul Regolamento per le liste, rinviando allo Statuto nazionale del partito che non lascia spazio a interpretazioni. Secondo il comma 5 dell’articolo 28 gli iscritti al Pd non possono far parte di un organo collegiale per più di due mandati pieni consecutivi. Qui entra però in campo il fattore deroghe. La deroga "può essere concessa soltanto sulla base di una richiesta che evidenzi in maniera analitica il contributo fondamentale che, in virtù dall’esperienza politico-istituzionale, delle competenze e della capacità di lavoro, il soggetto per il quale viene richiesta la deroga potrà dare all’attività del Pd attraverso l’esercizio della specifica carica in questione". Ma la soglia è piuttosta ridotta, cioè non superiore al 10% degli eletti. D’altronde a una terra riformista una concessione – tra l’altro ’generosa’ dal momento in cui il Nazareno è stato in altre regioni perentorio (vedi Emilia Romagna) con le deroghe zero – andava pur accordata. Tolto il ’contentino’ ecco che gli schleiniani potranno dar le carte al tavolo delle trattative. Lo scacchiere è complicatissimo perché il campo è largo per davvero e sembra ’sconfintato’ in una terra come la Toscana che arriva da un governo di alleanza Pd-Iv e si prepara ad imbarcare i pentastellati che per 5 anni non hanno fatto alcuno sconto a Giani all’opposizione.