ERIKA PONTINI
Cronaca

Lavoro e patrimonio da salvare, Danti: “Polo produttivo a Le Mulina, sulle Regionali siamo in ritardo”

Sei progetti per l’immobile abbandonato: “Pronti anche a cambiare destinazione d’uso”. “Una scuola all’ex Meccanotessile e due tavoli su lavoro povero nel turismo e rider”

Dario Danti, assessore del Comune di Firenze con deleghe a Lavoro, Università e Ricerca, Patrimonio non abitativo e manutenzione e valorizzazione, Partecipazione e Beni comuni

Dario Danti, assessore del Comune di Firenze con deleghe a Lavoro, Università e Ricerca, Patrimonio non abitativo e manutenzione e valorizzazione, Partecipazione e Beni comuni

Firenze, 19 luglio 2025 – Assessore Dario Danti, le abbiamo dato 5+ , lei è un professore che insegna storia e filosofia. Lo ritiene un voto ingiusto?

“Sono abituato, al liceo mi hanno rimandato per tre anni. Matematica o latino ma poi alla maturità ho preso un bel voto, 54 sessantesimi. Feci il tema sulla Resistenza, mi arrangiai con il compito di matematica e all’orale andai benissimo”.

Poi però si è laureato

“Ho due lauree e fino al giugno scorso insegnavo nel mio liceo che fu anche quello dove insegnava mio padre, il professor Danti. Sentivo che dovevo restituire qualcosa a quel posto. Lì ho incontrato l’amore della mia vita, la politica. Mi ha cambiato profondamente e mi ha sbloccato… alle Medie ero introverso e cicciottello”.

Adesso i giovani fanno politica a scuola?

“Dipende dai ragazzi. Ho avuto classi politicizzate e altre no. Ma c’è un fatto: il tipo di impegno è cambiato molto, adesso i giovani non si organizzano nella forma classica dell’organizzazione di un partito ma affrontano i temi civici”.

Degli studenti che si sono rifiutati di sostenere l’esame di maturità in segno di protesta, che ne pensa?

“Che la scuola alla fine offre tante opportunità ma rischia di rovinare i ragazzi provocando un’ansia da prestazione. Impone una dinamica competitiva che emula la società e mette sotto forte pressione gli studenti. Il sistema del voto va rivisto perché cinque anni di scuola non si possono stravolgere con la singola prestazione all’esame: un conto è valutare quali obiettivi hai raggiunto, un’altra appiccicare un numero che alla fine è necessario solo da un punto di vista normativo. La performance all’orale è più come si appare che come si è, un po’ come sui social che sei figo in base ai post. Dobbiamo trovare una dimensione meno competitiva e più cooperativa”.

Quello che è accaduto a lei con le nostre pagelle? Che voto si sarebbe dato?

“Non mi sarei dato un voto. Mi ritrovo però nel giudizio. Ci sono deleghe più visibili, altre meno”.

Questione di apparenza, andiamo ai temi: lei ha la delega al patrimonio non abitativo, gestisce qualcosa come 16mila tra immobili e terreni. Qualche esempio: Le Mulina è stato un disastro. Lo sa che molti non passano da quelle parti per paura?

“Tanti ci scrivono quotidianamente, la situazione è indecente. Ma ci sono novità importanti: dato per scontato che la società farà ricorso, e che noi resisteremo, intanto abbiamo fatto un avviso pubblico per capire quali operatori e quali gruppi di cittadini, associazioni e fondazioni sono disponibili a realizzare progetti in quell’area”.

E come è andata?

“Abbiamo ricevuto sei proposte, le più divergenti: dall’aggregazione giovanile, al benessere, dalle attività produttive allo sport”.

Quindi potrebbe cambiare destinazione d’uso se alla fine si farà un polo produttivo?

“Il percorso è semplice: se il Tar non concede la sospensione noi andiamo avanti con un bando pubblico”.

Intanto resta un buco nero…

“Martedì alle 8 applicheremo l’ordinanza della sindaca con la Municipale per mettere in sicurezza la struttura con recinzioni, cartellonista e sistemazione delle palazzine con fondi per 150mila euro. Non abbiamo perso tempo, mentre avviavamo la decadenza (e pensi che non ci hanno nemmeno ridato le chiavi), ci siamo mossi”.

E all’ex Meccanotessile messo in sicurezza doveva nascere uno spazio per giovani… Invece siamo al palo.

“Purtroppo siamo in contenzioso con la ditta, la stiamo cacciando. Mentre il cantiere dell’housing sociale va spedito e nel 2026 lo completiamo. Per ludoteca e spazio giovani stiamo cercando di cambiare la ditta. Ma abbiamo investito 150 mila euro per i 10mila metri quadri del corpo centrale. Guardi che li ci dormivano 30 persone, era un punto di spaccio e una bomba ecologica, adesso è ripulito”.

Sul corpo centrale che ci farete?

“C’è un dialogo con l’università. Potrebbero nascere biblioteche, laboratori e c’è ancora in ballo il trasferimento di Ingegneria”.

Ex Macelli di viale Corsica, villa Bracci, villa di Rusciano?

“Ex Macelli, è stata messa in sicurezza e ci stiamo lavorando con il collega Nicola Paulesu. A Villa Bracci nasce una senior housing e alla villa di Rusciano c’è una manifestazione di interesse importante. Di più non posso dire: non è in vendita, non è un privato, non ci verrà un resort. Ci verrà una scuola”.

Nel patrimonio che gestisce ci sono immobili che potrebbero essere ulteriormente adibiti all’abitare, che è uno dei più grandi problemi di Firenze. Lei peraltro rappresenta quella sinistra che mal dovrebbe tollerare una città a misura di portafoglio…

“La sindaca ha fatto operazioni molto importanti con il Poc e per la zona grigia studentesca”.

Dicevo ulteriori immobili…

“Il 95-96% degli immobili è utilizzata: vuol dire che ciò che rimane è un appartamento, un garage, una stanza e si tratta di strutture che sono da ristrutturare pesantemente e che difficilmente possono essere destinate all’abitare. Il nostro patrimonio è utilizzato, utilizzato bene e gestito bene visto che introita più di 5 milioni all’anno con le 480 tra concessioni e locazioni”.

Lei ha la delega al lavoro ma nel settore del turismo il lavoro spesso è precario e sottopagato. Cose fatte e cose da fare.

“C’è un tema del lavoro povero sul turismo che con i sindacati abbiamo deciso di affrontare, riprendendo il tavolo insieme al collega Jacopo Vicini con Cgil, Cisl e Uil e con Confindustria, Federalberghi e Confesercenti: stiamo costruendo un percorso per arrivare alla firma di un protocollo che intervenga sulla precarietà e sulla stagionalità. Parallelamente abbiamo messo in campo le tre principali piattaforme di rider e stiamo discutendo con loro una forma di protocollo scritto. Il Comune non si occupa solo di appalti ma anche delle dinamiche del lavoro in città”.

La delibera sul salario minimo la ritiene una sua vittoria. Perché.

“E’ uno strumento innovativo, anche Genova ci è venuta dietro. Se il contratto di riferimento non garantisce nove euro all’ora, noi riusciamo a garantirle ai lavoratori degli appalti comunali grazie a un meccanismo premiale in fase di appalto che assegna 10 punti alle ditte che volontariamente aderiscono al salario minimo. Sono già una cinquantina i lavoratori che ne usufruiscono e abbiamo già fatto una riunione per introdurlo negli appalti di città metro”.

Una mossa da laboratorio politico nazionale…

“Se non lo fa Roma, lo facciamo noi”.

Un recente rapporto di Cna ci dice che tra commercianti e artigiani ci sono sempre più over 60. Gli imprenditori under 35 invece si sono dimezzati. E’ solo una questione culturale oppure vanno riviste le politiche del lavoro su cui potrebbe incidere il comune?

“E’ un tema reale che dobbiamo mettere all’ordine del giorno. A livello di amministrazione possiamo pensare a forme di sostegno - spazi e immobili e incentivi - per intervenire. A livello globale siamo dentro una dinamica più generale che riguarda lo svuotamento dei centri storici e una questione di inverno demografico che colpisce molti settori, a cominciare dall’artigianato”.

Ci dica: un pisano assessore a Firenze come si trova?

“Sono stato accolto benissimo, qualche battuta c’è, ovvio ma in giunta c’è un bel clima professionale e umano. Saper fare gruppo è una delle doti della sindaca Funaro”.

Danti, lei è anche segretario di Sinistra Italiana. Che ne pensa del recente cortocircuito del Pd sul Giani Bis?

“Voglio essere diplomatico: guardiamo avanti ma siamo in ritardo. Se affrontiamo la politica con la sindrome del torcicollo non si va da nessuna parte. Ci sono stati errori, uno grosso ma la colpa morì fanciulla”.

Quale?

“Siamo al 18 luglio e non si è mai riunito il tavolo della coalizione: è un errore che ci dobbiamo caricare tutti sulle spalle. I leader nazionali si stanno incontrando, la presenza dei Cinquestelle è fondamentale per dare il senso del rinnovamento e essere uniti per le Politiche del 2027”.

Giani bis sì, Giani no?

“Se il Pd porta il nome di Giani lo valuteremo collettivamente e la coalizione deciderà, mi pare chiaro che il nome è quello. Se avessimo dato ragione e avessimo fatto le primarie di coalizione a maggio saremmo già da due mesi in campagna elettorale con un candidato…”.

La posizione di Si si è ammorbidita

“Anche stavolta Fratoianni ha detto la cosa giusta: la dico così la legge anche Francesco Casini di Iv. Noi non mettiamo veti”.

Quindi Iv potrebbe anche correre con il simbolo?

“Non è quello il problema ma piuttosto se Iv si riconoscerà nel programma che avrà come cuore l’asse Pd-Cinquestelle-Avs. Con contenuti precisi come la pubblicizzazione dell’acqua, il reddito sociale regionale e un grande investimento sulla sanità. Lo schema di gioco non vorrei fosse c’erano Pd e Iv e ora si aggiungono gli altri. Ma se io ora sono grande, e lo sono con il 7% almeno, non me la prendo con chi è piccolo. Ho subito fin troppi veti quando eravamo noi al 2%”.

Correrà per la Regione?

“Non mi candido, ci sarà Lorenzo Falchi”.

Il Pd è contrario perché lascia prima il Comune…

“La libertà di opinione è salvaguardata. Penso che Lorenzo sia una risorsa, ha fatto benissimo a Sesto e la giunta con la vicesindaca. sapranno guidarlo nella fase finale, qualche mese”.

Un assessorato per Falchi?

“Le vie del signore sono infinite”. Un comunista che crede in dio….