CARLO SALVADORI
Cronaca

Sanremo e Festival, aria di divorzio. E’ già partita una sonora sfida a tre. C’è anche Viareggio

Viareggio, Marche e Romagna potrebbero scendere in lizza per ospitare la kermesse della canzone italiana. Abbiamo sentito le voci dei nostri territori. E’ un “derby intonato“ fra ipotesi, speranze e molta prudenza

Carlo Conti sul palco di Sanremo

Carlo Conti sul palco di Sanremo

Viareggio, 2 luglio 2025 – Il Festival della canzone italiana che lascia Sanremo e approda in altre location, magari in forma itinerante. La bomba deflagrata nelle scorse ora fa discutere. Una boutade, un modo per convincere la città dei fiori a un atteggiamento più morbido e a mitigare le pretese? Oppure c’è qualcosa di vero perché i rapporti tra Rai e Comune di Sanremo sono sempre più tesi? Tra richieste economiche ritenute eccessive — come un milione di euro in più per ospitare l’evento e una quota sugli introiti pubblicitari — e strutture giudicate inadeguate, l’idea di lasciare Sanremo potrebbe prendere forma.

La Tv di Stato si guarda attorno e ha effettuato sondaggi ricevendo disponibilità. In Toscana da Viareggio che potrebbe scendere in pista da sola o con altre località della Versilia. Si rendono disponibili anche la Romagna e la Marche dove Rimini e Senigallia sono interessate, ma anche la Puglia con il Gargano e la Campania con la Costiera amalfitana.

Vale la pena sottolineare che questo ipotetico divorzio da Sanremo si consumerebbe nel 2027 e che la eventuale rotazione di sede sarebbe ogni due anni. Per Viareggio sarebbe un gradito ritorno alle origini, perché qui nel 1948 e 1949 si sono svolte due edizioni del Festival della Canzone italiana.

Il fronte toscano

“I problemi organizzativi e logistici mi sembrano insormontabili. In più il nostro territorio ha sempre dimostrato che difficilmente può vincere battaglie come queste”. Non è fiducioso Mario Bernardini che il Festival possa approdare o, meglio, tornare a Viareggio.

Perché fu proprio suo padre, il grande Sergio, insieme ad Aldo Valleroni de La Nazione e allo scrittore Giancarlo Fusco, a ideare e realizzare negli anni 1948 e ’49 il Festival della Canzone italiana alla Capannina del Marco Polo.

“Dopo due edizioni tutto tramontò per problemi di finanziamento e la manifestazione approdò a Sanremo. Io stesso – racconta Mario - dal 2002 al 2004 portai a Viareggio l’ultima grande diretta di Rai1 con ‘Baciami Versilia’ ma le amministrazioni comunali della zona non diedero continuità all’esperienza, lacerate dalle divisioni”. Per quanto riguarda l’accoglienza del Festival, i problemi per Mario Bernardini sono molteplici. “Non esiste in città un teatro capiente, strutture e infrastrutture non sono in grado di gestire una macchina così complessa. Altro particolare non di poco conto, febbraio è il mese del Carnevale e ci sarebbe un accavallamento suggestivo ma difficilissimo da gestire. Sarei felice di poter essere smentito, ma vedo la Romagna decisamente più preparata di Viareggio. Sono bravissimi nel trovare risorse e avere tempi rapidi di decisione. Anche se rimango dell’idea, che ho avuto sin dal primo momento, che la Rai abbia voluto mandare un messaggio chiaro a Sanremo invitandolo a moderare le richieste. Il Festival è troppo importante per Sanremo e per l’indotto che sostiene, quindi troveranno un accordo”.

Se l’eventualità dello spostamento altrove si materializzasse, Sanremo compirebbe una grande sciocchezza. Lo dice Adriano Aragozzini che dal 1983 al 1993 è stato patron a Sanremo e che a Viareggio e in Versilia ha portato tantissimi big dello spettacolo ed eventi.

“Se il Festival lascia Sanremo decreta la sua fine perché non farebbe mai gli ascolti di questi anni. Detto questo, Viareggio, che conosco bene, sarebbe in grado di realizzare un bel Festival ma il problema è un altro. Il brand è legato indissolubilmente alla città dei fiori e sarebbe come proporre un’altra cosa”.

Enrico Salvadori