MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Viareggio, tuffo pericoloso al Muraglione. Bagnanti trascinati dalla corrente e salvati con un maxi intervento

È accaduto nella spiaggetta della diga foranea, un’area portuale dove non c’è sorveglianza. I bagnini degli stabilimenti costretti ad una lunghissima corsa col patino a spalla: “Situazione a rischio”

Il pronto interventi dei bagnini ha evitato la tragedia (foto di repertorio)

Il pronto interventi dei bagnini ha evitato la tragedia (foto di repertorio)

Viareggio, 7 settembre 2025 – Gli sguardi di gratitudine dei bagnanti sulla riva hanno sciolto la tensione, ma non la preoccupazione dei bagnini intervenuti ieri mattina per un complesso soccorso in mare nella zona al Muraglione. Che benché sia un’area portuale è in realtà frequentata come una spiaggia libera. Non sarebbe balneabile, ma di fatto lo è. E anche da un gran numero di persone, la cui sicurezza è a carico dei guardia spiaggia più prossimi. Che oltre a vigilare il loro fronte di competenza, sentono l’obbligo morale di affacciarsi su quelle rive dove non c’è nessuno a controllare.

È successo tante, “troppe volte”, durante l’estate e nelle stagioni passate. E così è accaduto anche ieri; quando i bagnini della cooperativa “L’altro mare“ hanno intravisto tra le onde, in fondo alla diga foranea, un gruppo di sei persone che la corrente aveva spinto troppo a largo. Sono partiti in tre dalla spiaggia, e a nuoto hanno raggiunto i bagnanti e li hanno assicurati grazie ai galleggianti. Intanto dalla riva di Levante, il bagnino del “Teresa“ Fabrizio Fazzi ha intuito il pericolo; e così con il collega del bagno “De Pinedo“, Piero Del Pistoia, è corso in supporto. A scalare i colleghi degli stabilimenti della Darsena sono scivolati più a Nord, in una catena di solidarietà, per non lasciare scoperta la sorveglianza.

A quel punto, come racconta Del Pistoia, “Co Fabrizio abbiamo preso il patino disponibile più vicino”, quello dell’Altro Mare. E con quel carico da un quintale sulle braccia, “abbiamo corso per circa trecento metri, e non appena abbiamo trovato il canale giusto – prosegue – ci siamo buttati”. Già stanchi, Del Pistoia e Fazzi hanno vogato in diagonale per domare la corrente “e alla fine abbiamo recuperato i bagnanti, che erano lontanissimi dagli stabilimenti”. Nel frattempo, dalla riva, qualcuno aveva attivato anche il servizio di sorveglianza delle spiagge libere, come la Lecciona, che il Comune ha affidato in convenzione ai vigili del fuoco. La loro postazione però è al porto della “Madonnina“. “E con la moto d’acqua sono arrivati dopo una ventina di minuti. Quando noi – prosegue Del Pistoia – eravamo già tutti a terra”.

Così come strutturato, secondo i bagnini, il servizio di sorveglianza proposto dal Comune non può funzionare: “Perché un soccorso sia efficiente, in un contesto dove ogni minuto può fare la differenza – spiega il presidente della Lega dei bagnini, Massimiliano Pezzini – gli assistenti devono essere sulla riva e con dei patini adeguati a portata di mano”. Per questo la Lega è disponibile ad offrirne uno dei suoi, usati per i corsi, al Comune. “Da collocare nelle aree più esposte a rischi. A tutela della vita dei bagnanti, ma anche dei bagnini che, per interventi complessi, mettono a repentaglio la propria”.