
L’opera è stata realizzata da Jacopo Allegrucci, carrista plurivincitore del Carnevale di Viareggio; l’elefante sostituisce, davanti all’ingresso della Triennale di Milano,. la balena che era stata bruciata da un piromane
A collegare gli eventi, a raccontare del passaggio di testimone, resta un titolo di giornale: “Incendiata la balena di Allegrucci“ si legge. Il ritaglio di una pagina, incollata fra altri mille fogli, che da oltre un secolo mescolano la cronaca quotidiana alla scultura nell’arte della cartapesta, è finito (non a caso) a comporre l’ultimo strato della “pelle“ dell’elefante della Namibia. Opera pachidermica del carrista Jacopo Allegrucci che, da ieri e fino al 2 settembre, si trova esposta all’ingresso della Triennale Milano.
Sullo stesso piedistallo di viale Emilio Alemagna – di fronte ad une delle più importanti istituzioni culturali italiane e internazionali – dove per mesi era rimasta la balenottera azzurra, realizzata sempre dall’artista viareggino per la grande Esposizione internazionale sulle diseguaglianze (Inequalities), distrutta all’alba del 14 luglio da un incendio doloso. Appiccatto senza un perché. Un gesto assurdo, che assurdamente appare però simbolico di un mondo che brucia intorno a noi.
L’elefante rappresenta infatti il secondo atto della serie “La fragilità del futuro“, composta da quattro opere monumentali – a comporre il quadro arriveranno la giraffa di Rothschild (dal 3 settembre al 5 ottobre), e l’ippopotamo (dal 6 ottobre al 9 novembre) – realizzate su un progetto, nato da un invito del presidente della Triennale, Stefano Boeri, pensato per sottolineare come la fragilità del materiale cartaceo sia emblematica della condizione di queste specie minacciate, sottolineando il legame tra cambiamenti climatici e sopravvivenza. Con le fratture ecologiche e le ingiustizie ambientali e sociali che prendono corpo ed entrano nella materia.
L’artista, riproducendo alcune specie animali a rischio di estinzione, crea infatti un parallelismo con la condizione fragile e temporanea della materia che le costituisce. La cartapesta, materiale riciclabile per eccellenza, diventa così simbolo di vulnerabilità e deperimento destinato a subire i segni del tempo, soprattutto quando esposto
direttamente agli agenti atmosferici.
"La bellezza e la fragilità della cartapesta modellata da Jacopo Allegrucci e il suo richiamo a un ‘futuro fragile’ – ha commentato Boeri, accogliendo ieri l’elefante della Namibia – sono il miglior modo per invitare il pubblico a visitare la grande Esposizione Internazionale sulle diseguaglianze che Triennale Milano ospita". Pochi giorni fa l’archistar – finito nell’onda dell’inchiesta sull’urbanistica del “Modello Milano“ – dopo aver presentato il piano strutturale che ridisegnerà la città, e che l’amministrazione Del Ghingaro porterà al voto del consiglio comunale il 30 luglio, ha visitato anche gli hangar della Cittadella.
Martina Del Chicca