FRANCESCA NAVARI
Cronaca

L’Ascom alza la voce: "I bagni facciano i bagni. Ora penalizzano il centro"

I commercianti: "Vanno tutelati anche i dipendenti delle attività del paese. Ci sono negozi senza clienti la sera che chiudono prima di mezzanotte".

La manifestazione di protesta messa in atto domenica mattina dai lavoratori dell’indotto contro il taglio alle feste in spiaggia

La manifestazione di protesta messa in atto domenica mattina dai lavoratori dell’indotto contro il taglio alle feste in spiaggia

La protesta dei lavoratori dell’indotto delle feste in spiaggia riaccende l’antica frizione tra bagni e attività del centro. L’Associazione Commercianti alza la voce e parte da un concetto cardine: "Chi acquista una attività balneare deve svolgere balneazione perché questa è la propria destinazione d’uso". "Fare intrattenimento o discoteca – evidenzia il direttivo Ascom – comporta spesso la chiusura del bagno per consentire l’allestimento delle strutture necessarie all’evento, inoltre aggiungendo anche un grave danno agli stabilimenti balneari adiacenti. La ristorazione, per come è intesa adesso nei nostri bagni, è diventata l’attività principale; mentre dovrebbe invece essere una attività complementare per fornire un servizio aggiuntivo alla clientela dello stabilimento. Si pensa che la concessione dia diritto a far entrate centinaia di persone apparecchiando tavoli fino alla linea del mare oppure facendole ballare fino a notte fonda. Considerato che fatte cinque eccezioni, tutte le altre, sono licenze stagionali, con grandi limiti dal punto di vista sanitario e ci sono foto di eventi con cucine allestite direttamente sulla spiaggia".

"Anche noi siamo sensibili all’occupazione dei lavoratori – incalza l’associazione commercianti – infatti pensiamo a quanti dipendenti in più si potrebbero assumere nelle attività di ristorazione, bar, ed altre dell’interno, se sul mare si rispettassero orari e regole già largamente concesse dall’amministrazione comunale (40 cene a stabilimento, di cui ultimamente 5 trasformate in festa musicale) che spesso però da alcuni vengono trasformate in discoteche a cielo aperto. Tutto questo ha riflessi negativi su tutto il commercio cittadino, perché bloccare tutte le sere qualche migliaio di persone sulle spiaggia, vuol dire meno clienti per il centro commerciale tanto che molti negozi non aprono più la sera, mentre altri chiudono molto prima di mezzanotte; senza considerare, poi le segnalazioni che ci giungono da alcuni stabilimenti balneari dove si svolgerebbe commercio di abbigliamento e merce varia. Ai nuovi Imprenditori, che pensano di avere solo diritti – chiude – ricordiamo che ci sono anche doveri soprattutto nei confronti di un paese che ha creato la propria immagine e fortuna prima che loro arrivassero e che proprio in virtù di questa li ha convinti ad investire".

Francesca Navari