
Maria Rita e Mario proprio oggi avrebbero dovuto andare in una struttura di Aulla
Poche ore: il tempo di una notte e la loro vita, quella di Maria Rita e di Mario, avrebbe potuto avuto una svolta. Ieri mattina sarebbero stati accolti in una struttura socio sanitaria di Aulla per essere assistiti e curati a spese del Comune di Viareggio. Ma non è successo, perché Maria Rita, 65 anni sulla carta di identità, ma per le sue condizioni fisiche dimostrava molti anni di più, è morta nella notte seduta su una panchina del parco in via dei Comparini, nel quartiere ex Campo di Aviazione dove da mesi aveva scelto di vivere in macchina, una vecchia Opel con Mario, il compagno. Da tempo Maria Rita e Mario, lei originaria della provincia di Cosenza, erano arrivati a Viareggio dove vivevano ai margini della società, una esistenza difficile, una vita fatta di solitudine, di un quotidiano sempre in salita. Una vita che li aveva dimenticati e della quale parlavano mal volentieri cambiando spesso versione.
"Li avevo incontrati la sera precedente. Da mesi si erano stabiliti nel nostro quartiere e da subito abbiamo cercato in tutte le maniere di dare una mano a Maria Rita e Mario, ma non ci siamo riusciti", racconta don Luigi Pellegrini, parroco della chiesa di Santa Rita e dal tono di voce traspare una certa amarezza, lui che è sempre pronto ad accogliere chi la vita ha messo da parte. "Il quartiere, il Comune, le associazioni di volontariato, la parrocchia ha teso la mano a questa coppia – ricorda don Luigi – ma è stato tutto inutile. Rifiutavano tutto eccetto i soldi, anche se è brutto dirlo, ma è la verità. Solo pochi giorni fa gli avevo consegnato una settantina di euro. Ciascuno di noi con ruoli diversi ha teso loro la mano, ma purtroppo non c’è stato nessun recupero. Tante volte sono intervenuti i mezzi di soccorso, ma Maria Rita che aveva le gambe in condizioni terribili, ha sempre rifiutato le cure. Solo un paio di sere fa è stata portata al Pronto soccorso". Il parroco era riuscito in qualche modo a scalfire il muro che la coppia aveva costruito per isolarsi dal mondo, perché Maria Rita gli aveva dato il numero di cellulare.
"Vivevano in condizioni di disagio – prosegue – nonostante abbia parlato tante volte con Maria Rita non conosco la loro storia, cambiava spesso versione, ricordo che mi aveva raccontato di essere un’impiegata e all’inizio ricordo anche che aveva detto di voler comprare una villetta nella zona. In questo periodo non abbiamo visto parenti o familiari. Mario, invece era più taciturno".
E Mario, il compagno della donna, lo ricorda anche Stefania Stefanini, direttrice della farmacia comunale della zona. "Per noi era un cliente – racconta – veniva in farmacia a comprare cose semplici che pagava, la sera scorsa ha comprato un disinfettante per la moglie". Maria Rita e Mario, una vita ai margini, un’esistenza segnata da chissà quale passato: per lei quella vita è finita su una panchina del parco di via Comparini, in una notte di stelle che paradossalmente hanno illuminato le ultime ore di vita di Maria Rita.
Maria Nudi