
Lo staff di Uj al gran completo (foto Crocchioni)
Perugia, 21 luglio 2025 – “E’ stato un festival bellissimo, pieno di gente giocosa e di un’atmosfera meravigliosa che si è riversata in tutti i concerti. Un successo non scontato in un’estate piena di eventi di qualità e di richiamo”. Dopo dieci giorni travolgenti di musica non stop, per Umbria Jazz arriva il momento del bilancio. E anche qui le note sono liete come hanno ribadito ieri, sorridenti e soddisfatti, il presidente della Fondazione UJ Stefano Mazzoni e il direttore artistico Carlo Pagnotta, nella tradizionale conferenza finale a Palazzo Graziani.
I numeri parlano chiaro. L’edizione 2025 registra 34mila biglietti venduti, un incasso lordo di 2 milioni 100mila euro, con oltre 500mila presenze complessive in città nei giorni del festival che ha anche festeggiato i 40 anni delle Clinics della Berklee. Risultati d’eccezione anche il minimetrò (123 mila validazioni al 19 luglio, con un incremento del 10% rispetto all’anno scorso), per i dati on line e per l’impegno green ed eco-friendly. “Registrare 34mila biglietti con una serata in meno all’Arena Santa Giuliana e senza concerti in piedi è già un bel record” commenta Mazzoni che con l’occasione ricorda l’anteprima con le Clinics e soprattutto la serata inaugurale in piazza offerta alla città, con la voce potente e coinvolgente di Angelique Kidjo che ha stregato 10mila persone, per un gradito ritorno al passato.
“L’atmosfera gioiosa si crea con i concerti gratuiti più che con il grande evento – sottolinea –. E quel clima si è poi respirato ovunque”. E così l’Arena Santa Giuliana ha offerto un programma di altissimo livello molto apprezzato dal pubblico, con 5mila persone arrivate ieri per Lionel Richie e le altrettante che sabato hanno applaudito Mika che per la terza volta ha conquistato Umbria Jazz e i perugini (anzi i “perugiani” come li ha ribattezzati all’inizio) con le sue favole pop e la sua poesia irresistibile e colorata. Grande affluenza per i concerti di Stefano Bollani, Herbie Hancock e Dianne Reeves, Jacob Collier e Marcus Miller. Anche la musica jazz, cuore del programma, ha fatto registrare quasi sempre il tutto esaurito al Morlacchi, al Pavone, alla Sala Podiani della Galleria Nazionale e il successo ha riguardato tutte le location del festival.
“Qui non si tratta di trionfalismo, parlano i numeri – commenta sornione e soddisfatto Pagnotta –. L’avevo detto che non sarebbe stato il festival solo di Lionel Richie e Mika come l’anno scorso non lo era di Lenny Kravitz. E i risultati ci hanno dato ragione, già dalle prevendite sapevamo che sarebbe andato bene, è chiaro che funziona il brand”. Il direttore esalta il successo del jazz nei teatri e i concerti gratuiti (“senza di loro Umbria Jazz sarebbe zoppa”), ringrazia lo staff e ribadisce: “Umbria Jazz non è di destra né di sinistra. E’ una manifestazione che ci coinvolge tutti”. A margine della conferenza Pagnotta commenta con entusiasmo il ritorno nel programma del Pavone mentre chiude ad altre new entry: “Andrò a San Francesco al Prato quando ci sarà l’acustica. Ora mi rifiuto, come per la Sala dei Notari e Santa Cecilia”. E poi ci sono le nuove date dell’edizione 2026, che si terrà a Perugia dal 3 al 12 luglio con rischio di sovrapposizione di date con altre manifestazioni. “Ognuno fa quello che vuole, mi confronto solo con il Festival dei Due Mondi a Spoleto”, taglia corto. Nessuno commento pure su una possibile presenza di Sting…
Oltre a incassi e presenze, Umbria Jazz ha fornito altri numeri che inquadrano il successo di questa edizione. Di assoluto rilievo i dati del festival online negli ultimi 10 giorni: oltre 1 milione di visualizzazioni Facebook, 70 mila followers raggiunti su Instagram, 290 mila contatti unici di copertura organica mentre il sito ufficiale ha avuto un traffico medio giornaliero di circa 190 mila utenti. Si conferma l’impegno green con l’utilizzo delle borracce da parte dello staff, con una riduzione di circa 15mila bottigliette di plastica. E le 123mila validazioni del minimetrò hanno evitato l’utilizzo di 91mila veicoli per 547mila km, con un risparmio, secondo le stime dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, di 80 tonnellate di Co2. Una mobilità sostenibile per un festival sostenibile.