
Sul palcoscenico del Todi Festival, dove uno straordinario Valerio Di Benedetto ha dato voce a «Pietro Orlandi, fratello»
Il teatro può e deve avere anche la funzione di mantenere aperta una ‘ferita’ nella coscienza pubblica, di trasformare il dolore privato in consapevolezza collettiva. È accaduto sul palcoscenico del Todi Festival, dove uno straordinario Valerio Di Benedetto ha dato voce a "Pietro Orlandi, fratello" e, qualche ora dopo, lo stesso Pietro, da 40 anni assetato di giustizia e verità, ha raccontato il caso irrisolto di sua sorella, Emanuela Orlandi, giovane cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983 e mai più ritornata a casa. Inchieste aperte, indagini che oscillano tra terrorismo internazionale, banda della Magliana, traffici legati allo Ior (Istituto Opere di Religione) e collegamenti con i servizi. Nessuna pista ha portato a una soluzione ma ci sono persone che sono a conoscenza di quello che è successo, "Voglio dare giustizia a Emanuela – afferma il fratello, il sorriso triste ma fermo di chi non ha alcuna intenzione di arrendersi - su tre inchieste che ci sono qualcosa dovrà pur uscire fuori, tra la Procura di Roma, il Vaticano, e la commissione di inchiesta parlamentare". Ad ascoltare Pietro, con commossa partecipazione, un pubblico che, anche alla fine dell’incontro, non voleva lasciarlo andare, ponendo ancora domande e condividendo con lui riflessioni. Lo spettacolo non è nuovo, ma è comunque in divenire, considerando alcune novità, eppure Di Benedetto sul palco non ha né interpretato né recitato ma ha vissuto quelle vicende. Era Pietro che stava cercando Emanuela e i nomi che via via si facevano, non solo dei tre Papi, ma di Alessandro Diddi, Stefania Piognatà, Enrico De Pedis (boss della Magliana sepolto nella basilica di Sant’Apollinare, fatto assai anomalo per un criminale) impressi su cartoni che parevano lapidi restano impressi nelle memoria degli spettatori, che chiedono giustizia e verità.
Oggi si volta pagina e la 39esima edizione del Festival si chiude con toni più leggeri, al pari dell’apertura: l’intervista spettacolo a Lino Banfi, "Passaggi a livello", condotta da Pino Strabioli, alle 21 al Comunale. L’attore torna in teatro, sull’altalena dei ricordi tra riflessioni, musica e parole, risate e commozione. Un testo inedito elaborato proprio per il ritorno di Silvano Spada alla guida del festival e realizzato da Pino Strabioli, suo compagno di viaggio.
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