
Le forze dell’ordine nella zona di Fontivegge
Perugia, 16 maggio 2025 – Il recente servizio andato in onda su Rete 4, all’interno della trasmissione Fuori dal Coro, ha nuovamente acceso i riflettori – e le polemiche – sulla situazione di sicurezza e ordine pubblico nel quartiere di Fontivegge e, più in generale, su Perugia. Il reportage denuncia episodi di degrado, spaccio e insicurezza, con un montaggio da film con tanto di riprese dai droni e musica noir che condiscono il tutto. E come da copione si è scatenato un acceso dibattito politico che ha trasformato la questione in terreno di scontro ideologico. Ed è sui social che si è scatenata la battaglia, con una valanga di prese di posizione e il richiamo a rappresentare Perugia come ai tempi dell’assassinio di Meredith. La posizione della Lega, espressa dal commissario cittadino Lorenzo Mattioni, è netta: “Altro che propaganda, quello mostrato da Rete 4 è lo specchio fedele di ciò che i cittadini vivono ogni giorno”. La destra accusa la sinistra di minimizzare o negare i problemi, preferendo attaccare chi li denuncia piuttosto che affrontarli. Secondo Mattioni, “il centrosinistra ha addirittura contribuito al peggioramento della situazione smantellando presidi di polizia, togliendo strumenti di deterrenza come i taser e mandando segnali ambigui sul fronte della legalità”.
Di tutt’altro avviso è il Partito democratico. Il capogruppo Lorenzo Ermenegildi Zurlo ha parlato senza mezzi termini di “pseudo-giornalismo” e “rappresentazione artefatta” della città, accusando la destra perugina di strumentalizzare la narrazione della paura per fini politici, nel tentativo – a suo dire – di riscattarsi dopo la sconfitta elettorale del 2024. “Perugia è molto di più rispetto a quanto mostrato in tv: è una città viva, civile, inclusiva. La sicurezza si costruisce con azioni coordinate, non con spot televisivi”, afferma Zurlo, che respinge anche le critiche all’operato delle forze dell’ordine, definite “ingiustamente delegittimate” dal taglio allarmistico del servizio. L’assessore regionale all’Istruzione, Fabio Barcaioli, ha rilanciato il fronte progressista: “Questa narrazione falsa e sensazionalista è un attacco all’identità stessa di Perugia”. In particolare, Barcaioli denuncia le ricadute negative sull’immagine della città come centro universitario e culturale. “Infangare Perugia significa danneggiare studenti, famiglie e istituzioni accademiche. Chi costruisce consenso sulla paura non ha a cuore il bene della città”. Il suo invito è a “un patto rinnovato tra università e comunità, per difendere Perugia dalle derive mediatiche e politiche che ne oscurano il valore“” Ancora una volta, dunque, la sicurezza si conferma un tema altamente politicizzato. Ma mentre la destra e la sinistra si rinfacciano colpe e intenti propagandistici, resta urgente un approccio condiviso.