
Perugia è la città dove si dorme meglio in Italia (Foto Ansa)
Perugia, 12 maggio 2025 – Aria pulita, poco rumore e tanto verde: è Perugia la città ideale per il riposo notturno. A stabilirlo è un'indagine condotta dal servizio di psicologia online Unobravo in occasione della Giornata mondiale del sonno. Il capoluogo umbro conquista infatti la vetta della classifica grazie a un’alta qualità dell’aria (78/100, punteggio condiviso con Rimini), a un inquinamento acustico e luminoso piuttosto basso (38,3/100) e a un territorio composto per il 64% da aree verdi, il secondo valore più alto in Italia. Anche la velocità della connessione internet – 98 Mbps – gioca a favore di chi vuole dormire bene: se non è troppo alta, infatti, riduce il rischio di rimanere attaccati agli schermi fino a tardi.
Una fotografia che sembra quasi idilliaca, ma che rivela anche qualche ombra se si guarda al quadro regionale. In Umbria, il 48,1% delle persone riferisce di svegliarsi spesso durante la notte, con effetti negativi durante il giorno: il 63% lamenta stanchezza, il 29,6% irritabilità e il 37% difficoltà cognitive. Numeri che dimostrano quanto il contesto ambientale influisca sul benessere, ma che da solo non basti a garantire un sonno ristoratore.
Il problema, del resto, è diffuso in tutta Italia. Secondo i dati raccolti da Unobravo, sette italiani su dieci (72,3%) si dichiarano insoddisfatti della qualità o della durata del proprio sonno. La metà ha difficoltà ad addormentarsi, un terzo si sveglia spesso durante la notte e uno su due non riesce a dormire abbastanza ore. Un malessere che ha conseguenze anche durante il giorno: oltre il 60% parla di una ridotta efficienza mentale e fisica, il 42% riferisce un peggioramento generale della qualità della vita.
Le cause? Le più comuni sono stress, responsabilità familiari, preoccupazioni legate al lavoro e cattive abitudini. L'uso degli smartphone, in particolare, è uno dei fattori principali: il 35% degli italiani dichiara di usare dispositivi elettronici per più di mezz’ora prima di addormentarsi, nonostante sia noto che la luce blu influisce negativamente sulla produzione di melatonina e quindi sul ritmo sonno-veglia.
Tra le categorie più colpite figurano i genitori, in particolare le madri, e chi lavora su turni o in posizioni dirigenziali. Il 79% dei genitori ammette che le responsabilità familiari influenzano il riposo, con una maggiore incidenza sulle donne (37,2% delle madri contro il 21,9% dei padri). Anche il lavoro incide in modo significativo: il 76,9% degli italiani afferma che la propria professione ha un impatto sul sonno, soprattutto chi ha orari irregolari o lavora in ruoli di responsabilità.
A spiegare quanto il sonno sia centrale per il benessere psico-fisico è Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo: «Dormire bene – dice – regola il metabolismo, migliora l’apprendimento, rafforza la memoria ed è fondamentale per elaborare emozioni e ridurre ansia e stress. Chi non dorme a sufficienza può sviluppare difficoltà di concentrazione, problemi di umore, sintomi ansiosi o depressivi e persino disturbi psicosomatici, come il bruxismo, o condizioni mediche come le apnee notturne».
Cosa fare, allora, per migliorare la qualità del sonno? Gli esperti consigliano di mantenere una routine regolare, evitare la caffeina e l’alcol di sera, spegnere gli schermi almeno mezz’ora prima di andare a letto e creare un ambiente favorevole al riposo.