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Cronaca

Le città dove si dorme meglio? Due sono in Toscana. Insonnia, ecco lo studio

Il 55,2% dei toscani lamenta di svegliarsi più volte durante la notte e di avere serie difficoltà a riprendere sonno. Ma Prato e Livorno sono al top per qualità del sonno

Insonnia, lo studio che riguarda anche la Toscana (Foto Ansa)

Insonnia, lo studio che riguarda anche la Toscana (Foto Ansa)

Firenze, 12 maggio 2025 – La Toscana è tra le regioni in cui si dorme peggio in Italia. Secondo un’indagine condotta da Unobravo, servizio di psicologia online, il 72,3% degli italiani si dichiara insoddisfatto della qualità o della durata del proprio sonno. In questa mappa del sonno disturbato, la Toscana conquista un poco invidiabile terzo posto tra le regioni più colpite da risvegli notturni e difficoltà a riaddormentarsi, preceduta solo da Molise e Sardegna. Il 55,2% dei toscani lamenta di svegliarsi più volte durante la notte e di avere serie difficoltà a riprendere sonno: una condizione che, secondo i dati, genera irritabilità nel 27% dei casi, spossatezza nel 61,5% e problemi cognitivi nel 36,2%.

Prato: un'eccezione positiva nella Toscana del sonno

C’è un’eccezione significativa: Prato. La città toscana si posiziona al quarto posto nella classifica nazionale delle città dove si dorme meglio, stilata da Unobravo sulla base di parametri come inquinamento acustico e luminoso, qualità dell’aria, presenza di aree verdi e connessione digitale. Un punteggio basso (13) per l’inquinamento e un’ampia presenza di spazi verdi (44%) sembrano contribuire a creare le condizioni ideali per un sonno ristoratore. Anche la qualità dell’aria, con un punteggio pari a 50, è risultata tra i fattori positivi. Al quinto posto c’è poi Livorno, altra città dove si dorme ‘bene’, mentre il primato nazionale spetta a Perugia. 

Importanza del sonno per l'equilibrio psico-fisico

Secondo gli esperti di Unobravo, dormire 7-8 ore a notte è fondamentale per mantenere un buon equilibrio psico-fisico. Durante il sonno, soprattutto nella fase Rem, il cervello rielabora le informazioni, consolida la memoria e si libera delle tossine, mentre l’intero organismo si rigenera. La privazione di sonno può portare a problemi cognitivi, sbalzi d’umore, difficoltà di concentrazione, ma anche ansia, depressione, bruxismo e disturbi respiratori notturni come le apnee.

Influenza della genitorialità, stress lavorativo e uso di smartphone

Dall’Insomnia Severity Index, test di screening diffuso da Unobravo, emerge che quasi il 60% degli italiani ha serie difficoltà ad addormentarsi, mentre un terzo fatica a mantenere il sonno durante la notte. Più della metà (55%) soffre di risvegli precoci. La conseguenza? Per il 62,4% dei partecipanti, l’inefficienza durante la giornata è "grave o molto grave", mentre il 41,9% afferma che il sonno disturbato ha compromesso la qualità della vita.

Le cause principali? Genitorialità, stress da lavoro e uso eccessivo di smartphone prima di dormire. Il 79% dei genitori, soprattutto madri (37,2% contro il 21,9% dei padri), segnala che la genitorialità impatta negativamente sul sonno. Il 77% degli italiani indica il lavoro come causa di disturbo, in particolare chi lavora su turni o ha ruoli dirigenziali. E poi ci sono i dispositivi elettronici: il 35% degli intervistati li utilizza per più di mezz’ora prima di andare a letto, nonostante la luce blu interferisca con la produzione di melatonina, l’ormone del sonno.

Le conseguenze principali della mancanza di sonno di qualità? Stanchezza cronica (40,2%), risvegli frequenti (26,5%), calo della concentrazione e delle capacità cognitive (19,8%).

Un quadro che dovrebbe far riflettere sull’importanza di curare le proprie abitudini e prestare attenzione ai segnali del corpo. E magari prendere esempio da Prato, dove silenzio, verde e aria pulita sembrano essere i migliori alleati del riposo.