DANIELE CERVINO
Cronaca

Valentina alla guida degli autobus: "Ragazze, seguite le vostre passioni"

La perugina, mamma di due figli, si divide tra famiglia e lavoro. "Qualche passeggero è dubbioso, poi si ricrede"

La perugina Valentina D’Angelo, 34 anni. Sposata, ha due bambini, da quattro anni e mezzo è autista dei mezzi di Busitalia. «Ognuno deve sentirsi libero di scegliere il lavoro che desidera»

La perugina Valentina D’Angelo, 34 anni. Sposata, ha due bambini, da quattro anni e mezzo è autista dei mezzi di Busitalia. «Ognuno deve sentirsi libero di scegliere il lavoro che desidera»

Se le avessero chiesto da bambina cosa avrebbe voluto fare da grande, la risposta sarebbe stata immediata e fuori dall’ordinario: diventare guida turistica o guidare un bus. Un sogno che si è realizzato, grazie alla sua passione per il volante e alla sua tenacia. Lontana da pregiudizi. "Spero che la mia storia possa essere di esempio per molte ragazze", dice. Lei è Valentina D’Angelo, ha 34 anni e vive a Perugia. Sposata, ha due bambini, da quattro anni e mezzo è autista dei mezzi di Busitalia. E si diverte quando qualcuno vedendola arrivare, giovane e donna al volante dei grandi bus per le strade del capoluogo, fa facce o dice chiaramente che si fida poco. "Ma succede prima di salire a bordo, subito dopo cambiano idea", sorride.

Valentina, perché proprio questo mestiere?

"Perché mi piace tanto guidare e trascorrere le mie giornate a contatto con le persone. Ho conseguito le patenti B e D e la Carta di Qualificazione del Conducente".

È stato difficile trovare lavoro?

"Non particolarmente, perché da qualche anno le aziende di trasporto ricercano personale per la guida, in particolare di giovane età".

Ricorda il primo giorno?

"Mi era stata assegnata la linea G, da San Mariano al centro di Perugia, che forse è una delle più difficili perché è molto frequentata. Per fortuna ero affiancata da un collega più esperto che mi ha dato sicurezza".

Famiglia e lavoro: qual è la manovra giusta per gestire al meglio le due cose?

"La gestione dei bambini, soprattutto la mattina, è resa possibile grazie al prezioso aiuto di mia suocera, su cui posso sempre contare. Al lavoro cerco di avere turni spezzati: questo mi consente di dedicare la mattina alle faccende domestiche, mentre, al termine del secondo turno, mi occupo completamente dei miei figli, tra compiti e attività sportive. L’organizzazione è impegnativa, ma con una buona pianificazione si riesce a far funzionare tutto. A volte capita di lavorare anche la domenica, ma i riposi infrasettimanali compensano e permettono di gestire meglio la vita familiare".

Ha mai avuto a che fare con passeggeri violenti, magari senza biglietto?

"Può capitare di incontrare persone che viaggiano senza ticket o che reagiscono con nervosismo ai controlli. Personalmente non ho mai vissuto situazioni davvero critiche, ma in alcune circostanze mi è capitato di sentirmi meno sicura, soprattutto come donna. Sono momenti che si affrontano con lucidità, cercando sempre il dialogo e mantenendo un atteggiamento professionale. La presenza di colleghi e la possibilità di richiedere supporto rendono comunque il contesto gestibile".

Sono sempre di più le donne che guidano gli autobus...

"È un segnale molto positivo. Credo che oggi ci sia una maggiore consapevolezza che questo è un lavoro adatto a tutti, indipendentemente dal genere".

Ha dovuto qualche volta ’ingoiare il rospo’ per colpa del detto ’Donna al volante, pericolo costante’?

"Non mi è mai stato detto in faccia, ma a volte riesco a percepire poca fiducia nei miei confronti da parte di passeggeri più giovani, ma prima che salgano a bordo. Dopo, generalmente, cambiano idea".

E a chi pensa che questo non è un lavoro per donne cosa risponde?

"Che non è assolutamente vero. Non esistono mestieri “da uomini” o “da donne”: ognuno deve sentirsi libero di scegliere il lavoro che desidera, seguendo le proprie capacità e passioni".

Cosa è importante che capisca una donna che legge la sua storia?

"Mi piacerebbe che la mia esperienza fosse d’ispirazione per qualcuna. Se anche solo una ragazza, leggendo la mia storia, trovasse il coraggio di inseguire ciò che le piace e superare i giudizi degli altri, allora ne sarebbe valsa la pena. È importante sapere che si può, che si è all’altezza, e che nessun ruolo è precluso solo per il fatto di essere donna".