
Il luogo dello schianto nel quale sono morti i ragazzi
Si è aperto ieri a Perugia il processo a carico di due dirigenti del Comune di San Giustino, un 65enne (di Città di Castello) in servizio e un 72enne (residente in provincia di Arezzo) già in pensione all’epoca dei fatti. Devono rispondere del reato di omicidio stradale perchè "non avendo ripristinato il guard rail su via Umbra avrebbero concorso alla morte dei quattro ragazzi" nella maledetta notte tra il 2 e il 3 dicembre del 2022. Si chiamavano Natasha Baldacci, Nico Dolfi, Gabriele Marghi, tutti di 22 anni e Luana Ballini di soli 17 anni e i loro nomi sono impressi nei ricordi di tante persone in Altotevere. Nel corso dell’udienza che si è svolta ieri in tribunale a Perugia il giudice ha ammesso le prove e i testimoni. I due imputati, dirigenti del settore lavori pubblici, erano assenti (hanno sempre respinto le accuse) mentre in aula c’erano alcuni dei familiari delle giovani vittime.
Il processo proseguirà il 9 febbraio del 2026 quando saranno sentiti il maresciallo dei carabinieri che intervenne sul posto dell’incidente per i rilievi, il medico legale e l’ingegnere che firmò la consulenza tecnica della Procura di Perugia. Fissate in calendario anche altre udienze per il 13 di aprile e per l’8 giugno del 2026. I familiari dei ragazzi morti si sono costituiti parte civile attraverso gli avvocati Eugenio Zaganelli, Giacomo Bacchi, Gloria Cangi, Riccardo Vantaggi e Leonardo Gabrielli. I due imputati sono difesi dagli avvocati Luca Fanfani, Vittorio Betti e Giovanni Zurino. Il terribile incidente si verificò a San Giustino: l’auto coi quattro ragazzi a bordo si stava dirigendo da Città di Castello verso Sansepolcro per raggiungere una discoteca. La vettura uscì di strada e finì contro il pilone del ponte all’altezza di via Umbra, una strada già nota purtroppo alle cronache con altri incidenti gravi o mortali.
Nel corso delle lunghe e delicate indagini è poi emerso il possibile collegamento tra l’esito dell’incidente con quattro giovani vite spezzate e la mancanza del guard rail in quel tratto di strada. Secondo la Procura il fatto di non avere re inserito la protezione abbattuta nel 2018 in un precedente incidente quindi temporaneamente rimossa, renderebbe i due dirigenti corresponsabili della morte dei quattro giovani. Per chiedere il ripristino del guard rail era stata attivata anche una raccolta firme, con centinaia di adesioni. Allo stato attuale nessuna protezione è stata ripristinata.
Cristina Crisci