MICHELE NUCCI
Cronaca

Quanto costa la vita da single. Pensionato o operaio: niente risparmi

Secondo l’elaborazione di Aur, queste categorie di persone spendono circa 1.350 euro al mese. L’esperto: "Vivere da soli significa anche affrontare in solitudine il peso delle spese sempre più pesante" .

A Perugia e Terni, le famiglie unipersonali superano il 40% Nei piccoli comuni arrivano a sfiorare il 39%

A Perugia e Terni, le famiglie unipersonali superano il 40% Nei piccoli comuni arrivano a sfiorare il 39%

Le famiglie unipersonali non sono più un’eccezione, né una curiosità statistica. Sono una forma di convivenza ormai stabile, strutturalmente diffusa in tutte le regioni italiane, dal Nord metropolitano al Mezzogiorno interno. Secondo i dati congiunti del Censimento, oltre un terzo dei nuclei familiari in Italia è unipersonale. In Umbria, oltre una famiglia su tre – per la precisione, il 37,5% – è costituita da una sola persona. Una quota che sale ulteriormente nei principali centri urbani: a Perugia e Terni, le famiglie unipersonali superano il 40%. Nei piccoli comuni arrivano a sfiorare il 39%.

"Non è un semplice dato statistico – rileva Giuseppe Coco di Agenzia Umbria Rierche - è un indicatore che ci parla di una trasformazione profonda, che investe la morfologia stessa delle relazioni sociali. Se il vivere soli è una forma di abitare sempre più diffusa, la domanda che ne consegue è: a che “prezzo” viene sostenuta questa condizione?"

Per provare a rispondere, è stato preso in considerazione un indicatore molto prezioso: il reddito netto disponibile, che per le famiglie unipersonali in Umbria si attesta intorno ai 1.350 euro al mese. "Vivere da soli, in una società dove le reti familiari si assottigliano e i legami comunitari si indeboliscono, è una configurazione che espone a vulnerabilità diffuse – spiega Coco -. Significa tendenzialmente affrontare in solitudine il peso delle spese come l’affitto o il mutuo, le utenze, le bollette, le cure sanitarie". Talvolta dunque, partire dai numeri può aiutare a mettere meglio a fuoco alcune condizioni di fondo del vivere da soli. I tre casi mostrati in grafica – un’operaia in affitto a Terni, un funzionario con mutuo a Perugia, un pensionato in un piccolo comune – sono costruzioni semplificate, modelli teorici che non pretendono di restituire la complessità dell’esperienza individualei. Così emerge che un’operai di Terni spende tutti e 1.310 euro del proprio stipendio se vive da sola, che un funzionario di Perugia riesce a risparmiare circa 90 euro al mese, soltanto 30 un pensionato in un piccolo comune umbro. "Non sono soltanto voci di bilancio – precisa Gori -: sono frammenti di vita quotidiana. Un affitto in città, una rata di mutuo, una pensione modesta: cambiano gli importi, ma il copione si ripete. Il bilancio si chiude – a volte per un soffio, altre no – restando sempre esposto alla fragilità di ogni imprevisto. Ed è proprio qui il nodo: in questi contesti, ogni voce di spesa inattesa può trasformarsi in una linea di frattura".