LUCA FIORUCCI
Cronaca

Niente lacrime per l’ultimo saluto a Laura: "Sono fiera di me, voi non piangete"

L’ultimo saluto alla giornalista 50enne che ha esercitato il diritto al suicidio assistito. Gremita la sala del commiato. Il ricordo del marito Stefano e delle due colleghe che ha voluto vicine fino alla fine .

L’ultimo saluto alla giornalista 50enne che ha esercitato il diritto al suicidio assistito. Gremita la sala del commiato. Il ricordo del marito Stefano e delle due colleghe che ha voluto vicine fino alla fine .

L’ultimo saluto alla giornalista 50enne che ha esercitato il diritto al suicidio assistito. Gremita la sala del commiato. Il ricordo del marito Stefano e delle due colleghe che ha voluto vicine fino alla fine .

"Era tosto starci insieme eh" dice Stefano. "Scusate, sono emozionato, è la prima volta che mi muore una moglie". Si sorride nella sala del commiato dove in tanti si sono riuniti per salutare Laura Santi, morta a 50 anni esercitando il diritto di accedere al suicidio assistito, diritto ottenuto dopo una battaglia di quasi tre anni. Un "grido di dolore, che inizialmente era il mio e poi è diventato collettivo, sono fiera di me", dirà Laura in un video proiettato durante la cerimonia, che ha realizzato con la giornalista Francesca Mannocchi esattamente a una settimana dalla sua morte. "So che lunedì prossimo morirò è come se ora dopo ora tutto si asciugasse, finissero le cose stupide, irrilevanti. Sto arrivando all’essenzialità del mio essere, sto arrivando al culmine della mia vita, mi sento di portarla a compimento". Laura Santi aveva chiesto di non piangere, "Niente lacrime, ce lo ha fatto promettere fino all’ultimo" ricorda la collega Francesca Marruco che per volontà di Laura, insieme "all’altra Francesca" (Mannocchi) delle due nominate nella sua lettera di saluto, è stata con lei nelle ultime ore di vita. E allora Stefano, il marito, si lascia andare a un piccolo aneddoto: "Io sono uno che parla poco. Non sono come Laura, lo sapete. Un giorno sono arrivato a dirle: guarda potrei tornare a essere credente se Dio ti facesse la grazia di riacquistare l’uso degli arti, anche solo le gambe. Però con un’afasia intermette: puoi parlare un’ora sì e un’ora no".

Le risate si mescolano alle lacrime di chi ha disobbedito alla promessa fatta a Laura. Una ne ha “estorta” anche alla sindaca Vittoria Ferdinandi: "Una cerimonia in suo onore, alla sala dei Notari. Con la porchetta". La sindaca che, ripercorrendo la storia di Laura, la sua battaglia che è diventata ben presto collettiva, ha parlato di "una politica che continua a girare lo sguardo dall’altra parte". "Laura – sottolinea ricordando la sofferenza quotidiana a cui era sottoposta – aveva tatuato la parola “Tregua”, quella tregua che riteniamo di non dover dare per posizionamento politico solamente. Eppure la laicità delle istituzioni dovrebbe essere la base", evidenziando come la scelta del suicidio assistito, come la stessa Laura Santi ha più volte ricordato "non è una scelta di morte, ma una scelta di vita". Poi, sul podio della sala si alternano i ricordi, quello dell’amica caregiver, come caregiver è stato Stefano per Laura, sempre al suo fianco. Ilaria, la prima operatrice che l’ha assistita. "Appena ci siamo conosciute mi ha detto: non mi devi toccare, non mi devi aiutare, mi accompagni al centro commerciale, basta così. Ho pensato: cominciamo bene, sì. E invece ho smesso presto di essere un’assistente per diventare un’amica che da Laura ha avuto tanto". Nel primo pomeriggio, anche la presidente della Regione, Stefania Proietti, ha portato il suo saluto: "In questo momento dico solo due parole: silenzio e rispetto umano". Nel video diffuso alla cerimonia, anche un messaggio per i familiari: "Mamma, papà, famiglia mia adorata, io vi ho avuto sempre come primo pensiero. So che con il tempo comprenderete questa mia scelta. Un tempo comprenderete questo dolore. Vi ho voluto un bene enorme, se da qualche parte ci sarò, continuerò a volervene". "Oggi abbiamo fatto la rassegna stampa insieme – racconta Francesca Marruco – per farle sentire il rumore che ha fatto e che continuerà a fare. Il rumore che continueremo a fare".