MICHELE NUCCI
Cronaca

L’inflazione rialza la testa. A Perugia i prezzi ripartono. Boom per latte, carne e caffè

Gli aumenti di questi beni sono a doppia cifra: la tazzina è cresciuta del 30%. Nel capoluogo una famiglia spende 433 euro in più del 2024, 271 a Terni.

L’Istat certifica che rispetto a un anno fa i prezzi sono cresciuti sia a Perugia e che a Terni

L’Istat certifica che rispetto a un anno fa i prezzi sono cresciuti sia a Perugia e che a Terni

Un paio di anni fa l’Umbria viaggaivva a gonfie vele ed era tra le realtà più care del panorama italiano. Oggi le due province sono tra quelle dove il tasso di inflazione è più basso, specialmente a Terni. L’Istat certifica che rispetto a un anno fa i prezzi nella città dell’acciaio sono cresciuti soltanto dell’1%, mentre a Perugia dell'1,6. Questo fa sì che nel capoluogo una famiglia media spende 433 euro in più del 2024 mentre a Terni ne servono 271.

I prodotti che sono aumentati di più a Perugia, ancora una volta, sono quelli alimentari, i combustibili e la ristorazione. La carne e il pesce in un anno sfiorano aumenti del 5%, così come il latte. Si abbassa molto il prezzo dell’olio di oliva (-18,6%), così come lo zucchero (-15%). Il burro invece è aumentato di quasi 22 punti, mentre anche la frutta viaggia tra un più 7 e 8%. Giù pure lo zucchero (-15%) mentre il costo del caffè sfiora aumenti del 30% in un anno.

Quanto alle città in testa alla graduatoria, c’è Bolzano dove l’inflazione tendenziale pari a +2,3%, pur essendo “solo” la terza maggiore d’Italia ex aequo con Belluno e Napoli, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 763 euro per una famiglia media. Medaglia d’argento per Rimini che, con +2,7%, l’inflazione più alta d’Italia, ha un incremento di spesa annuo pari a 743 euro a famiglia. Sul gradino più basso del podio Venezia, che con +2,2%, la quarta inflazione più elevata del Paese, ha la terza maggior spesa supplementare, pari a 617 euro annui per una famiglia tipo.

Sull’altro fronte della classifica, la città più virtuosa d’Italia è Pisa, dove con +0,6%, l’inflazione più bassa d’Italia, si ha un aumento annuo di 162 euro. Al secondo posto Olbia - Tempio, +0,9% e un maggior costo della vita di 179 euro. Medaglia di bronzo per Vercelli (+0,8% e +189 euro). In testa alla classifica delle regioni più “costose” (Tabella n. 2), con un’inflazione annua a +1,8%, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 556 euro su base annua. Segue il Friuli Venezia Giulia (+1,9%, +520 euro) e al terzo posto il Lazio con +510 euro e un’inflazione dell’1,9%. La regione più risparmiosa è il Molise: +1% e +236 euro. In seconda posizione la Valle d’Aosta (+1,1%, +304 euro), in terza la Sardegna (+1,6%, +307 euro)