
Il centro storico di Perugia pieno di turisti (Foto Crocchioni)
La sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi ne ha parlato in più occasioni: quando ci sono manifestazioni come Umbria Jazz o Eurochocolate bisogna migliorare l’organizzazione dei servizi perché la città in quei periodi finisce sotto stress per via di afflussi turistici molto elevati. E stessa riflessione è stata avviata da tempo anche ad Assisi, costretta a fare i conti con massicci sbarchi di visitatori. Ma qual à davvero la situazione in provincia di Perugia? Si può già parlare di fenomeno da overtourism anche da noi?
A provare a fotografare la situazione è l’ultima indagine di Demoskopika che ha calcolato l’indice complessivo di sovraffollamento turistico (Icst) con cui prova, in chiave sperimentale, a valutare complessivamente il sovraffollamento turistico attraverso una combinazione di indicatori che riflettono diverse dimensioni dell’impatto turistico su una provincia. Questo indice aiuta a comprendere come il turismo incida sulla densità di popolazione, sull’uso delle infrastrutture ricettive, sull’intensità dell’interazione turistica rispetto ai residenti, e sull’impatto ambientale relativo alla gestione dei rifiuti.
Bene, Perugia viene giudicata come realtà con "livello accettabile di sovraffollamento, ma con segnali di possibili tensioni durante i picchi turistici". Il suo punteggio è di 99,5 e ricade in categoria ‘moderata’. Per capirci, l’indice di Demoskopika ‘Molto Basso’ va da 90 a 94 e indica che il sovraffollamento turistico è minimo, con impatti limitati su infrastrutture e residenti. Queste aree possono essere considerate come ben gestite o meno popolari tra i turisti. Poi c’è il ’Basso’, da 95 a 99 (qui troviamo la provincia di Terni), con sovraffollamento contenuto con gestione efficace del turismo, minori pressioni su risorse e infrastrutture. Detto del ’Moderato’ (dove si trova Perugia) si passa all’indice ’Alto’: da 105 a 109 con pressione significativa sulle risorse locali e potenziali problemi di gestione turistica, necessità di interventi per mitigare l’impatto. Infine c’è il ’Molto Alto’, oltre 110 punti: “Sovraffollamento preoccupante con impatti critici sulla qualità della vita locale e sostenibilità delle destinazioni turistiche”.
Così Rimini, Venezia e Bolzano si confermano, per il secondo anno consecutivo, sul podio delle destinazioni più esposte all’overtourism. Ai sette sistemi turistici provinciali già in vetta nel 2024, Rimini, Venezia, Bolzano, Livorno, Napoli, Trento e Verona, si affiancano quest’anno anche Milano, Roma e Trieste. Sale così a dieci il numero delle realtà con un livello di sovraffollamento turistico classificato come “Molto Alto”, con effetti crescenti sulla vivibilità dei territori, sulla resilienza dei sistemi locali e sulla sostenibilità complessiva delle destinazioni coinvolte.
E, ancora, nel livello “Alto” dell’indice si collocano anche i sistemi turistici provinciali di Aosta, Firenze e Siena, dove la pressione turistica resta marcata, con impatti significativi sulle risorse locali. Pur non raggiungendo la soglia di massima criticità, questi territori mostrano segnali di tensione che richiedono interventi mirati di regolazione dei flussi. All’estremo opposto, i sistemi di Rieti, Benevento, Reggio Calabria, Isernia, Avellino e Campobasso si confermano ai margini del turismo di massa.