
Sempre più richiesta di affitti brevi anche in Umbria
PERUGIA - Lavoratori in trasferta, studenti, nomadi digitali, viaggiatori della terza età: i protagonisti delle nuove formule abitative hanno un’identità precisa, fatta di mobilità e ricerca di spazi confortevoli senza vincoli a lungo termine. È il fenomeno degli immobili alternativi, un settore che in Umbria si sta consolidando e che offre prospettive interessanti non solo agli investitori, ma anche ai Comuni e al tessuto sociale. A fare il punto è Paola Berlenghini (foto), agente immobiliare e membro del Comitato di Vigilanza della Borsa Immobiliare dell’Umbria. Il punto di partenza resta la ristrutturazione. Un appartamento degli anni ’70 o ’80, ad esempio in centro storico, necessita prima di tutto di un buon isolamento termico – tetti, pareti e solai – con un investimento tra i 30 e i 100 euro al mq. Poi arriva l’efficientamento degli impianti elettrici e termo-idraulici, che permette anche la gestione da remoto: videosorveglianza, allarmi, riscaldamento.
Gli esempi concreti non mancano. A Orvieto, un appartamento con due camere da letto in centro storico, ristrutturato, arredato e connesso a internet, può garantire un rendimento medio del 3%, con affitti che si aggirano sui 650 euro mensili. La leva fiscale aggiunge un ulteriore vantaggio. La cedolare secca agevolata al 10% si applica ai contratti a canone concordato asseverati dalle associazioni di categoria. "In un’epoca segnata dalla mobilità, gli immobili alternativi diventano così non solo una risposta a nuove esigenze abitative, ma anche una leva per lo sviluppo territoriale e per il rilancio sociale ed economico dell’Umbria".