SOFIA COLETTI
Cronaca

Due Mondi a Spoleto, gran finale. C’è Mahler per il concerto in Piazza

L’edizione 2025 della manifestazione si chiude oggi con la Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer

Iván Fischer dirige la Budapest Festival Orchestra nella Quinta Sinfonia Gustav Mahler, oggi alle 19.30 in Piazza Duomo

Iván Fischer dirige la Budapest Festival Orchestra nella Quinta Sinfonia Gustav Mahler, oggi alle 19.30 in Piazza Duomo

Una sinfonia che contiene tutto l’universo per il gran finale del Festival dei Due Mondi. La sessantottesima edizione si chiude oggi con il tradizionale concerto, alle 19.30 in Piazza Duomo: la Budapest Festival Orchestra torna per il quinto anno consecutivo a Spoleto accompagnata dal suo fondatore e direttore Iván Fischer: il “canto della terra” che ha abbracciato tutta la programmazione sfocia nella Quinta Sinfonia di Gustav Mahler. In questi anni il pubblico ha imparato a riconoscere la versatilità e la qualità esecutiva dell’Orchestra con il suo direttore in un ampio repertorio di generi – sinfonico-operistico, cameristico e folkorico – e di stili, dal barocco alla musica contemporanea.

E se c’è un autore a cui questa compagine è legata come interprete di riferimento è sicuramente Gustav Mahler, di cui ha registrato per Channel Classics tutte le sinfonie con un’ipnotica cura del dettaglio che rivela bellezze inattese. E oggi la Budapest Festival Orchestra torna a Spoleto “nella formazione più numerosa possibile”, per eseguire la Quinta Sinfonia. Mahler la scrisse nel momento più felice della sua vita, mentre viveva a pieno il suo amore per Alma. Come per le altre sinfonie anch’essa doveva contenere tutto l’universo. E l’universo della Quinta si fa ancora più ampio: l’organico strumentale è imponente, l’orizzonte si allarga, il viaggio si fa più lungo (oltre un’ora). Celeberrimo e dolcissimo il quarto movimento, l’Adagietto, probabilmente il brano di Mahler più conosciuto ed eseguito di sempre. Per tutto il Novecento e fino ad oggi è apparso nelle più diverse occasioni: nel finale di “Morte a Venezia“ di Luchino Visconti nel 1971, diretto da Leonard Bernstein per i funerali di Robert Kennedy nel 1968, più recentemente è stato sul “leggio” di Cate Blanchett per il film candidato agli Oscar nel 2023 “Tár“.

A conclusione del concerto ci sarà anche la cerimonia di consegna del Premio Carla Fendi Steam 2025 che viene assegnato a William Kentridge, in riconoscimento del suo talento creativo e del prezioso lavoro che svolge in ambito sociale sia personalmente che con “The Centre for the Less Good Idea“ che promuove progetti collaborativi e interdisciplinari, con particolare attenzione al supporto di artisti del continente africano, e che è stato al centro del progetto speciale promosso al Festival da Fondazione Carla Fendi e Mahler & Le Witt Studios.

S.C.