"Non possiamo restare in silenzio di fronte all’aggressione subita da una ragazzina di 11 anni da parte di coetanei nella nostra città". Prendono posizione sulla vicenda che ha sconvolto Foligno e non solo le Donne Arci Subasio. "Non è solo un caso di bullismo – continuano in un post – , ma un segno che qualcosa nella società si è rotto. Un segno che la violenza, la disumanizzazione, il degrado stanno diventando sempre più inaccettabili. Come donne, come madri, come sorelle, non possiamo accettare che le nostre bambine e i nostri bambini siano esposti a questo tipo di violenza e disprezzo". Quindi un appello all’amministrazione comunale e alla società nelle sue varie articolazioni affinché un episodio del genere non resti avvolto nel silenzio. "Chiediamo all’amministrazione, alla società tutta di riflettere su cosa sta succedendo – sottolinenano ancora Donne Arci – . Di riflettere su come stiamo educando i nostri figli. Di riflettere su cosa stiamo facendo per prevenire tali episodi e promuovere la cultura del rispetto, dell’empatia, del bene comune. Non possiamo più ignorare il problema. Non possiamo più dire “non è affar mio”. È il momento di prendere posizione e di agire. Solidarietà alla ragazzina e alla sua famiglia". Il triste episodio sarà al centro della terza commissione del Comune, di cui il consiglio ha chiesto all’unanimità una rapida convocazione. "Occorre sottolineare - aveva commentato il sindaco Stefano Zuccarini – che vengono definite come ‘baby gang’ quei fenomeni di criminalità organizzata, in cui bande di minorenni organizzate spesso gestite da maggiorenni, agiscono con comportamenti aggressivi ed estorsivi, ai danni di cose e persone. Nel caso specifico – che dovrà ancora essere accertato nei dettagli – sembra invece trattarsi di un episodio - seppur deprecabile - di lite tra minorenni, che comunque dovrà essere attentamente tenuto sotto controllo: l’amministrazione comunale è pronta a fare la propria parte, come sempre".Il grave episodio resta al vaglio dei carabinieri
CronacaBambina aggredita dal branco: "Non possiamo restare in silenzio"