
Il trionfo di Tittia (foto Lazzeroni)
Siena, 4 luglio 2025 – Un Palio da padroni, con un assolo senza rivali di Tittia e Diodoro, cavallino esordiente che è andato a vincere nell’Oca del suo proprietario Marco Tansini. Un successo che riporta Giovanni Atzeni nell’Olimpo del Palio: undicesimo trionfo sul tufo, sesto nelle ultime nove Carriere, quarto in Fontebranda.
Una gestione glaciale dei quattro giorni e della mossa, come lo sguardo che ha sfoderato mentre veniva portato in trionfo dagli ocaioli: come a dire “sono ancora qua”, dopo un 2024 da dimenticare.
Un capolavoro che premia anche le scelte del capitano Duccio Cottini, subito vittorioso all’esordio: il ritorno di Tittia, dodici mesi dopo una cocente delusione, è stato un investimento sulla qualità indiscussa e sulla solidità del fantino. Nei quattro giorni di prove l’Oca non si era vista ma questo è un classico di Tittia, che peraltro non aveva bisogno di conoscere Diodoro, che allena ogni giorno.
È arrivato al Palio determinato e, come ha raccontato più tardi nelle interviste, “non ha mai avuto paura”. Una tranquillità che ha mostrato nella mezz’ora tra i canapi (anche perché nella parte centrale dell’allineamento non ci sono mai stati problemi) e che soprattutto ha mostrato una volta conquistata la testa, con l’unica difficoltà di mantenersi la Selva bel alle spalle per impostare il primo San Martino. Da lì in poi è stata una cavalcata trionfale, senza che nessuno sia mai veramente riuscito a impensierirlo.
Con la Selva sempre a distanza e il Valdimontone che non è mai riuscito a trovare lo spiraglio per passarla, scontando anche un cedimento - senza conseguenze - al secondo Casato. È andata così in archivio la nuova vittoria dell’Oca, la quinta nel secolo, a distanza di nemmeno due anni da quella dell’agosto 2023.
Un Palio che si è concluso in coda a due giorni condizionati dal maltempo. Prima il rinvio del 2 sera, con quell’acquazzone del primo pomeriggio che ha bloccato tutto, poi la paura di ieri, quando poco dopo le 15 è sembrato ripetersi il copione: nuvoloni, pioggia fino alle porte della città e qualche goccia anche in centro, poi il sole a illuminare il tufo e a rasserenare gli animi, per quanto si possa essere sereni nell’imminenza del Palio.
Ma quantomeno senza l’incubo di un ulteriore rinvio che avrebbe dilatato i tempi della Festa a dismisura e condizionato probabilmente anche quelli dell’estrazione a sorte per il Palio di agosto. Estrazione che invece si farà regolarmente domenica.
Un sospiro di sollievo dal punto di vista organizzativo che non ha registrato sbavature, come aveva detto il sindaco Nicoletta Fabio nella conferenza stampa del 2 mattina.
Alla fine il Palio delle tante incognite è andato nel modo più lineare possibile: ha vinto il fantino più forte e più accreditato, in una Contrada che non si stanca mai di vincere. Le prime incognite, quella sulla mossa, erano state scacciate alla lettura della busta: rivali lontane e che si sono ignorate per tutto l’andamento della mossa, il Valdimontone (che rappresentava un rebus per il comportamento di Comancio tra i canapi) di rincorsa. L’altra incognita era il primo San Martino: ma qui sono tutti sfilati, tranne la Lupa che pure era partita nel terzetto di testa ma ha girato indietro, finendo per cadere. E infine l’incognita cavalli: per la seconda volta ha vinto un esordiente, Diodoro dopo Benitos, in entrambi i casi con una corsa di testa dall’inizio alla fine. Spazzate le incognite, resta il nuovo trionfo dell’Oca.