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Mangino e ’barbaresco’: "Volevamo tutti quel cavallo. Era il desiderio del popolo"

Luigi Farnetani, tenente di Aldo Nerozzi, era andato a prendere il cavallo il 13 agosto "Non mi ero più monturato in Piazza da quando, nel 1975, lo feci che c’era Rimini".

Luigi Farnetani, tenente di Aldo Nerozzi, era andato a prendere il cavallo il 13 agosto "Non mi ero più monturato in Piazza da quando, nel 1975, lo feci che c’era Rimini".

Luigi Farnetani, tenente di Aldo Nerozzi, era andato a prendere il cavallo il 13 agosto "Non mi ero più monturato in Piazza da quando, nel 1975, lo feci che c’era Rimini".

"Sono andato a prendere il cavallo perché è stata un’intuizione del capitano. In me, quando sono stato inserito nel gruppo dei tenenti, ha visto una persona che poteva portare quello buono. Poi va chiesto a lui, naturalmente. Sono uno positivo e ottimista. Sarà stato questo, ripeto. Vengo da una storia di Contrada... qui c’ho giocato quando avevo niente... ero piccolissimo", racconta a caldo Luigi Farnetani, uno dei tenenti di Aldo Nerozzi, indicando il pratino davanti alla stalla. Nella vittoria ha avuto un doppio ruolo, quello appunto nello staff Palio e poi come ’barbaresco’. L’uomo che il 13 agosto è andato a prendere il cavallo portando Anda e Bola che, montato da Gingillo, ha regalato il Drappellone di Francesco De Grandi ai Servi.

Farnetani c’era mai andato in precedenza?

"No, mai. E’ la prima volta. Dirò di più. Dall’agosto 1975 non entravo in Piazza monturato. Quella volta ero barbaresco, un ruolo all’epoca molto diverso da oggi che è tecnico. Avevamo Rimini. Andò male, vinse la Chiocciola. Da quel momento, sono trascorsi 50 anni, mai monturato. Fino al 13 agosto scorso".

Ha dormito la sera prima? E’ sempre una bella responsabilità.

"Certamente sì. Nel Palio bisogna essere sereni e concentrati, bisogna stare un pochino più allegri qualche volta. E’ stato un onore, rispetto per il ruolo. Una grande emozione".

Cosa pensava mentre era davanti al palco dei capitani in attesa dell’assegnazione.

"Volevo Anda e Bola. Per forza. Tutti i montonaioli volevano quel cavallo. Uno dei migliori, probabilmente c’erano anche più forti e partenti, non lo so. Ma la voce del popolo desiderava Anda e Bola".

Che Palio è stato?

"S’è visto che è stato un Palio lavorato, studiato, voluto con tutte le nostre forze, con tutte le nostre idee. Siamo stati ricompensati. La Madonna del Buonconsiglio ci ha voluto bene, il capitano sa il fatto suo. Ha vissuto fra i cavalli tutta la vita, ha fatto il barbaresco professionista, il mangino. Io e Aldo non siamo ragazzi, la storia del Palio s’ha nel sangue. E poi un gruppo affiatato, ottimo, la stalla, i veterinari. Tutti".

A chi dedica il Palio che l’ha visto vittorioso sia come mangino che come ’barbaresco’?

"A tutta la mia contrada".

Un fiume in piena, dopo la vittoria tanto desiderata. Attesa da tredici anni. Aggiunge "che il Palio è stato bello perché c’erano i cavalli forti. Penso che fino al sesto-settimo se la potevano giocare". Se ne va poi con l’immancabile sigaro fra le dita che aveva anche all’assegnazione. "E’ diventato un porta-fortuna ormai", dice scherzando.

La.Valde.