CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

Nostalgia canaglia. Case, pizza e caffè, quanto costa oggi la città degli anni ‘90

Che costo avrebbero ora mattone e cibo della Firenze che non c’è più? La macchina del tempo e il potere d’acquisto: cosa abbiamo perso

Nostalgia canaglia. Case, pizza e caffè, quanto costa oggi la città degli anni ‘90

Firenze, 18 agosto 2025 – Sono le 20 del 18 maggio 1996. Pizzeria a Campo di Marte. Occhi puntati sulla tv, appollaiata su una mensola in sala. Due ore più tardi Batistuta sfonderà la porta dell’Atalanta regalando a Firenze la Coppa Italia. Ma ancora è presto: è tempo di ordinare prima di incollarsi su Raidue. Sul menù una Margherita costa 7.800 lire. Una Quattro Stagioni, 8.200. Birrone nostrano da mezzo litro? Tremila e 800 lire. Coperto: mille lire. In quella sera di gloria il conto per una persona, sarà di 13mila lire, caffè incluso.

Per far partire la macchina del tempo basta un vecchio menù. E lo strumento ‘Rivaluta’ dell’Istat che calcola, in base a indice dei prezzi al consumo e inflazione, le fluttuazioni nel valore del denaro. Questo, abbinato allo strumento realizzato dal Sole 24 Ore che confronta i coefficienti Istat, consente di fotografare negli anni il potere d’acquisto.

Il confronto

Premessa: nulla di scientifico, le variabili sarebbero troppe. Solo nostalgia per rispondere a una domanda agrodolce: quanto costerebbero oggi per un fiorentino una pizza, una casa, un caffè degli anni ‘90? Per la prima la risposta è servita. Le 13mila lire equivarrebbero a 9,72 euro di oggi. Difficile, stasera, sedersi in pizzeria e ripetere la stessa cena con questa cifra. Il potere d’acquisto eroso in 29 anni? Almeno 6 euro per le stesse portate. Non poco considerato che, nel 1996, lo stipendio medio netto di un operaio, in base all’annuario Istat, era di circa 1 milione 300mila lire, che diventavano 1 milione e 800mila lire per un impiegato di fresca nomina, 2 milioni e 200mila lire per un quadro. Quanto varrebbero oggi: 972 euro il primo, 1.345 il secondo e 1.545 euro il terzo. Che diventano 1.400 euro se specializzato, e 2.093 e 2.243 euro per gli altri due, se a fine carriera.

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Una pizzeria di Firenze in una foto di vent'anni fa (archivio Pressphoto)

Morale della favola: non gli stipendi attuali (e forse è un bene), ma nemmeno lontani da quelli di oggi considerati i 30 anni di distanza. E questo forse è il male. L’ultima rilevazione Istat colloca il reddito medio dichiarato dai fiorentini nell’anno d’imposta 2023 a circa 2.500 euro lordi al mese, in pratica tra i 1.800 euro e i 1.950 netti.

Dal caffè alla casa

Ma allora a salire è stato il costo della vita? Nì. L’altro prezzo spia è il caffè. Nel 1996 un espresso veniva, in media, a Firenze, tra le 900 e le 1.300 lire che, oggi, peserebbero fra i 67 e i 95 cent. L’erosione del potere qui va dai 60 a i 20 centesimi di euro rispetto a oggi. Ma è poca cosa. Almeno rispetto a comprare una casa. Qui arrivano i rimpianti, quelli veri. Il confronto è possibile grazie agli annunci immobiliari pubblicati su La Nazione di Firenze nell’ottobre 1999: una colonica di 250 metri quadri a Mantignano era venduta a 420 milioni di lire (oggi peserebbero 298mila euro), una villetta in via Bolognese a 850 milioni (peso odierno: più di 604mila euro). Ma questo è lusso. Più a portata di mano 180 metri quadrati in Santa Trinita, per 320 milioni di lire, da ristrutturare. Oggi sarebbe un affare d’oro visto che varrebbe ‘solo’ 227.445 euro. Altra occasione 4 vani in piazza Duomo a 420 milioni. Imperdibile. Quei soldi peserebbero come 298.533 euro oggi. Cinque vani in via Lanza a Bellariva? 385 milioni di lire (cioè 273mila e 657 euro). In proporzione quasi come il Duomo: la parola overtourism era lontana anni luce. Mentre un termosingolo all’Isolotto con 4 vani luminoso costava 280 milioni di lire (circa 199mila euro). E cinque stanze a Coverciano in palazzina signorile? 310 milioni di lire trattabili. Che pesate oggi diventano 220mila euro. Impensabile.

Il ballo del mattone

Le cifre dicono che sul mattone il crollo del potere d’acquisto è stato pesante. Consolazione: sugli affitti le cose non andavano meglio di oggi. Per un fondo commerciale di 35 metri quadri in via Starnina (zona Legnaia) si chiedevano 850mila lire (604 euro pesati oggi). Stessi metri quadri per un bilocale arredato con balcone in via Pisana: 1 milione e 200mila lire (cioè 852 euro pesati oggi) al mese. Per 200 metri quadri in via Masaccio si volava su 4 milioni di lire al mese, non poco: 2.800 euro di oggi, mentre 65 metri quadri in via Maggio, dietro Santo Spirito venivano 1 milione e 450mila lire (poco più di mille euro). Magra consolazione: un cellulare modello Gsm Young della defunta Telital, venduto da Imperial costava solo 149mila lire: 105 euro di oggi. Tirato dietro. E una tv Mivar da 28 pollici, come quella appollaiata nella saletta in pizzeria, 600mila lire (497 euro). Un po’ cara. Ma guardarci dentro Batistuta era un affare. Di quelli che oggi rifarebbe chiunque all’epoca era felice. Senza sapere di esserlo.