
Le vaccinazioni per i minori da zero a 16 anni di età attualmente obbligatorie in Italia sono dieci
"Al di là di convinzioni personali, ritengo che ’i tempi non siano maturi’: lo potrebbero essere, verosimilmente, se l’adesione alle vaccinazioni proposte venisse considerata non un adempimento di un obbligo di legge, più o meno ben accetto, ma una eccezionale opportunità di salute per i propri figli e se stessi", dice la dottoressa Chiara Cinughi de Pazzi, responsabile Igiene pubblica Asl, in risposta alla provocatoria proposta della Lega di togliere l’obbligatorietà alle vaccinazioni pediatriche.
Dottoressa, qual è la situazione sul Piano vaccini?"Le vaccinazioni obbligatorie in Italia per i nuovi nati sono 10, contenute in 2 vaccini: l’esavalente per difterite, tetano, pertosse, poliomielite, emofilo, epatite b e il quadrivalente anti morbillo, parotite, rosolia, varicella. L’obbligo vaccinale, introdotto con la legge 119 del 2017, riguarda i nati dal 2017 e si applica fino al compimento dei 16 anni di età. Le coperture vaccinali, intese come la percentuale di soggetti vaccinati rispetto alla popolazione target, non sono omogenee a livello italiano, e si rilevano differenze anche significative tra Regione e Regione. A livello nazionale i dati sono visionabili sul sito www.epicentro.iss.it: l’ultimo aggiornamento, del giugno 2024, mostra una copertura per difterite, tetano, pertosse e per morbillo, parotite, rosolia, a 24 mesi di vita, che si avvicina ma non raggiunge l’obiettivo del 95%. Il 95% è per alcune malattie, come il morbillo, la cosiddetta soglia per l’ immunità di gregge, un fenomeno per cui in pratica il gruppo intero è protetto dal 95% di soggetti vaccinati. Questo è un concetto fondamentale, che mette in evidenza il vantaggio collettivo delle vaccinazioni, risultato di una minor circolazione degli specifici agenti di malattia; ed è da tenere in particolare considerazione per la protezione indiretta, attraverso la vaccinazione di molti, anche dei pochi che per personali specifiche condizioni di salute non possono essere vaccinati. Da non dimenticare però che l’immunità di gregge non vale per tutte le infezioni: il Tetano non viene trasmesso da una persona all’altra ma si contrae dall’ambiente, pertanto se una persona non vaccinata vive in un mondo di vaccinati, può contrarre ugualmente il tetano. Ritornando alle coperture vaccinali, gli ultimi dati regionali, di Usl e per la provincia di Siena per morbillo, parotite, rosolia ed esavalente a ventiquattro mesi, si attestano su valori superiori al 95%. I dati sono soggetti a oscillazioni, seppur contenute".
Ci sono vaccinazioni scese negli anni? Perché?"Negli ultimi anni si è assistito ad un pericoloso fenomeno definibile ’esitazione vaccinale’, termine coniato nel 2015 da un gruppo di esperti che si riferisce ad un ritardo o rifiuto delle vaccinazioni nonostante la loro disponibilità. E’ il risultato di più fattori, tra loro interconnessi, tra i quali: il diffondersi di informazioni false e pregiudizi, come l’esistenza di una presunta correlazione tra vaccinazioni e l’insorgenza di alcune patologie. Ipotesi ampiamente smentite da innumerevoli studi scientifici. Un esempio paradigmatico è la presunta correlazione tra vaccinazione per morbillo, parotite, rosolia e autismo, supposta nel 1998 da un gastroenterologo inglese, Wakefield e smentita successivamente da numerosi studi scientifici. Wakefield è stato addirittura radiato dall’Ordine dei Medici britannico, ma le sue ipotesi, che non avevano una base scientifica, hanno avuto e continuano ad avere ripercussioni mediatiche in termini di scarsa fiducia se non paura nel vaccino Mpr, ridotte coperture vaccinali e conseguentemente aumento del numero di casi di morbillo. In Italia nei primi sei mesi del 2025 sono stati notificati 391 casi di morbillo, l’incidenza più elevata si è registrata sotto i 5 anni di età, 19 casi registrati in bambini di età inferiore a un anno che probabilmente non avrebbero contratto il morbillo se i familiari fossero stati immuni. In un terzo dei 391 casi si sono manifestate complicanze (in particolare epatiti e polmoniti) e 3 encefaliti, una delle complicanze più gravi del morbillo di cui si stima un’incidenza di circa 1 caso ogni 1000 di malattia. Poi c’è il sospetto che gli interessi economici delle aziende farmaceutiche, big pharma, siano l’unica o prevalente motivazione nell’offerta dei vaccini. Infine una distorta percezione dei rischi legati alle vaccinazioni rispetto ai rischi delle malattie corrispondenti".
Paola Tomassoni