
Parlano i tre tenenti, insieme a Farnetani, che hanno vinto il Palio dell’Assunta. Mannini la new entry, Pieri memoria storica, Ceccarelli l’appassionato di cavalli.
La new entry, Marco Mannini: subito fortunato. L’esperto che ha rivestito mille incarichi nel rione, Riccardo Pieri. Memoria storica del gruppo. Poi l’appassionato di cavalli, Jacopo Ceccarelli, che non aveva neppure cinque mesi quando Il Pesse vinse con Cuana. Con il ’collega’ Luigi Farnetani, che ha portato Anda e Bola, sono stati l’anima di una vittoria a lungo attesa. Mangini del capitano Aldo Nerozzi che descrivono tutti "punto di riferimento". "Una persona che ti insegna tanto. Bisognerebbe ascoltarlo continuamente per cogliere molte particolarità. Oltre che uno piacevolissimo a starci insieme. Un valore aggiunto per la Contrada. Parla con tutti, sta con tutti. Un capitano del popolo? Sì, direi che gli sta bene questo termine", spiega Marco Mannini. La new entry, appunto. Agente di commercio, 42 anni, nell’inverno corso chiamato a far parte dello staff dopo qualche incarico in società e nel seggio. "Eravamo a vedere il Palio in palco dietro il verrocchio insieme a Riccardo Pieri. Per tre giri non abbiamo detto una parola, fino al terzo Casato. Sono sceso sul tufo appena ho visto Gingillo girare. Poi sono salito su dal capitano. Abbracci, sguardi, incredulità. Un fiume impressionante di contradaioli", i flash di quegli istanti che conserverà per sempre. "Da lassù ho visto le figlie, gli amici, i giovani: un momento indimenticabile nel quale scorre il film di ciò che hai fatto in Contrada", gli fa eco Pieri. Montepaschino in pensione, 61 anni, il curriculum racconta i primi passi nel Palio quando c’erano Il Pesse e Anna Maria Befani, dall’89 al 2000 guardia-fantino con Franco Morandi. Quattro anni pro-vicario, dal 2008 al 2011, quindi mangino di Francesco Palazzi e ora di Nerozzi "che – dice – è tecnicamente il mio maestro. A lui dedico la vittoria, sono entrato nello staff per l’amicizia che ci lega. Una bella scuola, una bella storia". In verità la dedica per il successo va anche alla famiglia e alla moglie Simona "presente e comprensiva in questo lungo percorso". E’ dell’Oca, dunque una doppia vittoria per i coniugi Pieri. Di Fontebranda anche la compagna di Mannini, come il figlio di 4 anni. "Dedico il successo a babbo Moreno, scomparso nel 2011. Lo penso sempre, è costantemente accanto a me. La sera del Palio avevo in tasca una sua vecchia coccarda. Me lo sono ’portato dietro’", svela il mangino.
"Per la prima volta ho visto il Palio dal palco dei capitani, nel 2024 c’erano andati altri, a luglio scorso ero squalificato perché scesi in pista a vedere come stava Jonatan. Ad agosto la mia volta. Non dimenticherò mai la mano sulla spalla che Gigi (Farnetani, ndr) mi ha tenuto per i tre giri fino al Casato. Quando ho visto uscire primo Gingillo sono esploso di gioia, non sapevo nemmeno che fare. Poi Jacopo Castagnini mi ha detto ’vai su, vai’. Indescrivibile", ricostruisce Jacopo Ceccarelli, 43 anni, dipendente di Consorzi agrari d’Italia dove si occupa di risorse umane. Tre figlie – Virginia di 16 anni, Olivia di 5 e Vittoria di 2 –, una compagna, Francesca, senese ma di nessuna Contrada. Nello staff di Palazzi dal 2015 al 2018 come addetto al veterinario, era monturato nel 2012 e persino nel 2022 per la vittoria del Masgalano. "Mi chiamò Aldo e non ci pensai un attimo ad accettare", spiega. Niente fioretti personali "però Gigi e Marco fumano il sigaro, io niente. Ora dovrò imitarli", dice. La dedica del successo va alla compagna e alle figlie: "Una vittoria che ha ripagato di tutto il tempo che non ho dedicato a loro per gli impegni. Va poi alla mia famiglia, a babbo che non c’è più. E a Lorenzo Viti, professionista con cui ho iniziato il mio percorso". "Segni nel Palio? L’unica cosa erano i cavalli volanti del Drappellone. Direi piuttosto che in questi giorni ci ha caratterizzato una serenità totale, un clima inusuale", rileva Ceccarelli.
"Da tanto si rincorreva ma qualcosa andava sempre storto e certi ingranaggi non arrivavano in fondo con la fortuna", spiega Pieri. Abituato per lavoro a numeri e razionalità. Niente fioretti, infatti. Ma due cose personali molto belle da conservare nel cassetto del cuore: "Il messaggio di complimenti di un amico che da tanto non risentivo, l’altro privato di un capitano che non dico e che faceva i complimenti".
La.Valde.