
Presentata la lista per le regionali. Il responsabile organizzativo: "Giani e la sinistra non durerebbero un giorno al governo". Il deputato: "Palazzo Sansedoni, sindaco decisivo".
Il richiamo, per ovvi motivi, è più all’underdog di Giorgia Meloni (lo sfavorito che diventa vincente) che al "non ci hanno visti arrivare" di Elly Schlein. Ma il senso più o meno gira da quelle parti. "La nostra missione è smentire i pronostici: lo abbiamo fatto quando abbiamo fondato Fratelli d’Italia, al Governo, al Comune di Siena, quando abbiamo lavorato per invertire i destini che sembravano scritti di Banca Mps e Beko. Ecco perché dico che ora possiamo farcela in Regione: Siena non deve pensare a quale consigliere di destra può eleggere, ma quale assessore di destra può rappresentare questo territorio".
Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, manda il messaggio direttamente al proprio partito, che ha presentato la propria lista alle regionali guardando soprattutto alla prospettiva realistica di eleggere per la prima volta un consigliere. In caso di sconfitta, ma Donzelli, che non ha ancora 50 anni ma fa campagne elettorali da quando era in culla, almeno in questa fase non vuole sentirne parlare: "Come vedo l’alleanza Pd con Avs e 5 Stelle? Faranno fatica a fare opposizione, perché di certo non riuscirebbero a governare insieme nemmeno per un giorno, tanto sono diverse le loro idee. Tomasi invece è l’esempio della destra che sa amministrare".
E allora avanti puntando all’obiettivo grosso, anche se qui intanto si corre per il primo posto che potrebbe portare in Regione. "Rispetto per tutti gli alleati, ma il voto utile è per Fratelli d’Italia", dice Francesco Michelotti, deputato e vice coordinatore regionale. Accanto a lui i sei in lizza: Enrico Tucci, Andrea Marchetti, Caterina Roselli, Barbara Stori, Linda Coppi, Fabio Papini, che si presentano indicando le priorità della campagna elettorale. Ma soprattutto, davanti una platea numerosa e composita, segno del cambiamento delle dinamiche della politica cittadina. Non ci sono solo i militanti di Fratelli d’Italia: se il sindaco Nicoletta Fabio è arrivata per salutare Donzelli al suo arrivo, ci sono tra gli altri Claudio Marignani e Renzo Traballesi di Sena Civitas, esponenti del Movimento civico senese, l’ex assessore forzista Clio Biondi Santi. "Nessuno credeva possibile vincere a Siena, ora vogliamo toglierci una soddisfazione in Regione", dice Michelotti.
Che rivendica l’azione del centrodestra e del Governo su punti già ribattuti, da Beko a Banca Mps, ma mette al centro del suo intervento soprattutto il futuro della Fondazione Mps, che il prossimo anno rinnoverà la deputazione amministratrice. Lì il centrodestra sa che in teoria parte svantaggiato, ma in pratica (se resta compatto) può esercitare un veto all’elezione di qualsiasi presidente. E la partita è già iniziata. "Ringrazio i deputati della Fondazione Mps che sono presenti per il loro grande lavoro – ha detto Michelotti – ma serve un cambio di paradigma, più attenzione nelle erogazioni e soprattutto un processo di innovazione e freschezza. Non ci faremo dettare la linea da chi pensa di aver già deciso tutto, non faremo i passacarte di nessuno, anche basta con gli ultrasettantenni... la Fondazione passerà da ciò che deciderà il sindaco di Siena".
La premessa di un confronto che si preannuncia aspro, per il futuro di Palazzo Sansedoni. Ma intanto avanti con le regionali, tra l’obiettivo realistico della ricerca di un posto in Regione e quello da ribaltamento di ogni pronostico di superare Giani. I post it dei candidati insistono, tra gli altri, sulla necessità di "puntare sulla Toscana dello sviluppo e non su quella del declino" (Tucci), "riportare Siena in Regione" (Marchetti). La sfida è lanciata.