Tittia si gira verso il palco dei capitani, nerbo alzato. Duccio Cottini impassibile. Il pensiero in quegli istanti? "Non sono molto espansivo. E’ stata una soddisfazione enorme ma le emozioni non mi hanno travolto. Ero lì per svolgere un compito di grande responsabilità per il popolo che è poi arrivato sotto il palco. La dinamica di corsa, poi, non dava totale tranquillità. Un cavallo esordiente che ha avuto una serie di indecisioni fino all’ultima curva. Il ’manico’ si è visto ma non era tutto così scontato".
A casa, la sera del Palio: sveliamo cosa ha detto ai suoi cari. "’Che grande soddisfazione’, all’esordio questo risultato non era pacifico. Poteva andare così ma anche in altro modo. Non c’era ansia da prestazione, la vittoria a mio avviso è un primo passaggio da inserire in un percorso di medio termine che è più rilevante del risultato stesso. L’obiettivo è stabilire rapporti solidi, una situazione di maggiore influenza possibile sulle varie dinamiche. Il Palio vinto, paradossalmente, è una conseguenza ma non l’obiettivo primario".
Che Palio è stato per Cottini? "Della serietà di percorso e della fiducia reciproca".
Le ultime cose che vi siete detti prima di uscire dall’Entrone? "Comunque vada sarà un successo, le mie parole. L’abbraccio con Tittia? Bel momento, lo ricorderò".
La cosa più difficile del Palio? "Volevamo far emergere le sue qualità di determinazione, esperienza e tecnica in modo che potessero fare la differenza in un lotto abbastanza omogeneo con la mancanza di accoppiate particolarmente convincenti. L’obiettivo, nostro e suo, era di fare la differenza a parità di cavallo. La resa in corsa di Diodoro l’incognita maggiore. Dal punto di vista strategico la situazione era abbastanza chiara".
Cosa ha detto Tittia a Gingillo la sera della prima prova: segreto? "Va chiesto a Giovanni".
Tittia è considerato un vero ocaiolo: perché? "C’è il percorso dei primi tre Palii vinti nell’Oca, in condizioni diverse e con altre dirigenze, una situazione professionale differente. Molto più giovane. Hanno stabilito però un rapporto per cui, per l’Oca, è uno di noi. Il lavoro l’ha portato ad essere indipendente però non sono momenti che si scordano. La nostra serietà e fiducia hanno rinsaldato, nell’ultimo Palio, quel tipo di approccio che Tittia aveva verso l’Oca. Aggiungerei che anche dal punto di vista interno, fra la composizione dello staff eterogeneo e l’entusiasmo del popolo, si è creato un clima speciale che ha coinvolto tanti ex dirigenti".
C’è stata una frase che è servita per sdrammatizzare. "No... passo la parola a Giovanni"
Una dedica a mente fredda? "Al popolo. Un coinvolgimento e un atteggiamento bellissimo, ha ben percepito i segnali di prudenza e serenità, senza mettere pressione a nessuno".
Tittia batterà il record di Aceto? "Ce la fa, ce la fa. L’obiettivo primario per me è che magari riesca a superare i Palii vinti da Andrea nell’Oca (5, ndr). Giovanni poi avrà anche l’altro obiettivo".
Cosa prenderebbe Cottini da Tittia? "Determinazione e sicurezza, non che non li abbia ma posso sempre migliorare e imparare da lui".