
Tittia si gira verso il palco dei capitani a nerbo alzato. Duccio Cottini impassibile: il pensiero in quegli istanti? "Mi...
Tittia si gira verso il palco dei capitani a nerbo alzato. Duccio Cottini impassibile: il pensiero in quegli istanti? "Mi sono trattenuto, potevo arrivare a fare di tutto! Primo saluto a Duccio e alla dirigenza, da quando ci siamo conosciuti mi sono stati vicini nel mondo giusto. Per il resto è stata una concentrazione iniziata dai palii 2024 che mi sono portato dietro fino ad ora. Dovevo dare tutto in quel minuto e 13, in realtà mi ci volevano altri 7-8 minuti di corsa!"
A casa, la sera del Palio: cosa hai detto ai tuoi cari. "Ho chiesto alla famiglia che nessuno doveva versare una lacrima. E’ tutto normale. Per l’impegno che metto, per quello di Ilaria e di tutti i miei per arrivare al risultato. Normalità, punto. Si riparte da qui e niente ci deve fermare. Sono rimasti male ma sono convinto che poi hanno apprezzato".
Che Palio è stato per Tittia? "Il Palio che ha azzerato tutti i dubbi, non miei ma degli altri".
Le ultime cose che vi siete detti prima di uscire dall’Entrone? "L’ho ringraziato per quello che ha fatto, ci siamo abbracciati forte".
La cosa più difficile del Palio? "Dico la verità, nessuna grazie all’Oca. Ci stava il Palio e la sassata, ma non mi è stata fatta pressione. Una sinergia con la dirigenza e la stalla perfetta. Massima serenità".
Cosa ha detto Tittia a Gingillo la sera della prima prova: segreto? "Una questione di rispetto, in generale".
Tittia è considerato un vero ocaiolo: perché? "Mi fa piacere. Personalmente ho trovato una Contrada molto compatta, in tutto e per tutto. E’ l’ottavo Palio che ci correvo: non mi sono mai sentito amato così dal popolo nei 5 giorni, dal bambino più piccolo, all’anziano. Agli amici, a tutti. Senza levare niente alle dirigenze degli anni passati, è quello che ho sentito".
C’è stata una frase che è servita per sdrammatizzare. "Il giorno del Palio, mentre eravamo a pranzo, i guardiafantino hanno chiesto cosa mi serviva nell’Entrone. Una bottiglia d’acqua fresca, ho risposto. I mangini dissero ’noi cosa portiamo? Ci si fa un miscelone o si pigliano 5-6 campari?’ Non scherzavano. Ho detto ’ragazzi calma, piedi per terra’. La battuta mi è piaciuta: guarda come sono tranquilli, ho pensato. Sereni loro, sereno io".
Una dedica a mente fredda? "Condivido in pieno quella al popolo e ci aggiungo il proprietario del cavallo Marco Tansini. Avevo tante idee in testa, spesso mi ha rallentato perché era convinto che Diodoro poteva essere il cavallo per vincere il palio di luglio, dandomi consigli e segnali: ha avuto ragione lui".
Tittia può raggiungere Aceto? "E’ l’unica cosa che non ho mai guardato nella mia carriera. Sogno di arrivare il più lontano possibile, lavoro per questo. Ma faccio la gara solo su me stesso".
Cosa prenderebbe Tittia da Cottini? "Da quando ci siamo conosciuti è come se mi fossi visto a uno specchio. Si è parlato di tanto, un bel confronto. Poi l’appuntamento finiva arrivando ad un punto mai più rimesso in discussione. Due persone sicure che non hanno bisogno di altre per avere sicurezze".
Laura Valdesi