CRISTINA BELVEDERE
Cronaca

Conferenza sull’Europa del Futuro. Il ’Metodo Pontignano’ fa scuola

Summit di economisti, accademici e politici italiani e stranieri: piattaforma di idee per dare nuovo slancio all’Ue

Summit di economisti, accademici e politici italiani e stranieri: piattaforma di idee per dare nuovo slancio all’Ue

Summit di economisti, accademici e politici italiani e stranieri: piattaforma di idee per dare nuovo slancio all’Ue

Si è aperta ieri alla Certosa di Pontignano la VI edizione della Conferenza sull’Europa del Futuro, organizzata da Vision Think Thank con European University Institute, Università di Siena, Warsaw Institute, Bruegel, Institute of European Policy Making della Bocconi e School of Government della Luiss. I partner aziendali sono invece Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena, mentre i media partner sono l’agenzia The Conversation; il gruppo Monrif (Quotidiano Nazionale con La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno); e la Rai. Francesco Grillo, direttore di Vision Think Thank, spiega: "La Conferenza di Pontignano è un tentativo strutturato di dare alle istituzioni europee idee da attuare. In altre parole vogliamo portare ossigeno alla realtà europea, che qualcuno accusa di essere cerebralmente morta. Noi – continua Grillo – abbiamo riunito politici, accademici, studenti universitari ed economisti italiani e stranieri, perché è impensabile fare convegni solo tra italiani per parlare di questioni globali. Le stesse politiche europee devono rinnovarsi in una dimensione internazionale".

Donata Medaglini, pro rettrice dell’Università di Siena, non ha dubbi: "La Conferenza è un’occasione per distinguersi e dare risposte alle domande sul futuro. L’Ateneo di Siena è tra i più antichi in Europa, quindi ha una lunga tradizione, ma ha anche una visione del futuro. C’è infatti urgenza di agire di fronte a cambiamenti geo-politici e tecnologici e alla frammentazione economica dell’Ue". E ancora: "I cardini su cui agire sono la democrazia, la globalizzazione e l’Intelligenza artificiale. Le domande dell’Unione Europea devono avere risposte. E’ necessario quindi lavorare in modo unitario come comunità di cervelli e istituzioni, in una piattaforma interdisciplinare. Ma serve coraggio". E proprio il gruppo di lavoro sulla Democrazia è stato coordinato da Luca Verzichelli, docente di Scienze politiche all’Università di Siena: "E’ necessario muoversi dal piano delle idee generali sullo stato dell’Ue per arrivare ad azioni concrete. Non cambieremo i destini del mondo, ma è fondamentale il recupero della partecipazione elettorale giovanile e incentivare la mobilità generale (soprattutto degli studenti) in Europa. Il rischio di pestare il mortaio senza impatto c’è, ma il livello della sfida ora è alto. E’ il momento di coinvolgere cittadini e studenti per portare idee concrete. Sono ottimista".

Concorde Giovanni Orsina, docente di Storia contemporanea alla Luiss di Roma: "L’Europa è un blocco grande e ricco, può giocare un ruolo anche dal punto di vista militare, ma deve capire che il mondo è cambiato. Si deve tornare a fare politica, facendo convergere più voci possibile in un mix di valori e realtà". Daniel Gross, direttore dello Iep Bocconi, si concentra sull’Ai: "Si può fare poco per colmare il gap con gli Usa e la Cina, che ci lavorano da 10-20 anni. Noi ora vediamo solo la punta dell’iceberg. Meglio investire sull’applicazione dell’Ai, creanddo il ghiaccio per costruire l’iceberg".

Marco Buti, titolare della cattedra Padoa-Schioppa all’European University Institute, è chiaro: "L’Ue deve puntare su tre cose: avere una chiara strategia di negoziazione forte sui dazi; organizzare l’85% del mercato mondiale (il 15% è coperto dagli Usa) con accordi di libero scambio, coinvolgendo anche il Sud del mondo e la Cina; riformare il modello di business e crescita, valorizzando il mercato interno". Infine Jurgen Hardt, portavoce della Cdu: "Stiamo lavorando con Francia e Regno Unito per governare l’approccio al nucleare dell’Iran, che non deve avere la bomba atomica. Dobbiamo stabilire insieme un ordine mondiale, che va preservato. L’incontro a Ginerva è il primo step in questa direzione".