ANDREA FALCIANI
Cronaca

Nuovi mercati: "Ora guardiamo anche al Canada"

Giacomo Bartolommei presidente Consorzio Brunello e Stefano Cinelli Colombini della storica fattoria dei Barbi.

Ecco le terre del Brunello di Montalcino, uno dei vini d’eccellenza della produzione in provincia di Siena

Ecco le terre del Brunello di Montalcino, uno dei vini d’eccellenza della produzione in provincia di Siena

Da oggi entrano in vigore gli ormai tristemente noti dazi sulle merci esportate verso gli Stati Uniti ed imposti dall’amministrazione Trump. In Italia c’è ovviamente grande preoccupazione circa il futuro dei rapporti commerciali con gli States e ovviamente anche a Montalcino è tanta la preoccupazione per quanto riguarda l’export del Brunello oltreoceano. "Mi sembra ovvio che gli scenari che si prospettano non siano rassicuranti - ci dice Stefano Cinelli Colombini della storica fattoria dei Barbi - il problema purtroppo è serio e come tale va affrontato. Gli Stati Uniti sono il nostro maggiore mercato estero e anche se per quest’anno gli ordini sono stati spediti, in futuro dovremo studiare qualcosa. E’ vero che un prodotto di eccellenza come il nostro non è facilmente sostituibile ma se a causa della politica economica gli Stati Uniti vanno in depressione, si rischia il collasso del mercato americano verso tutti i prodotti. Dovremmo orientarci verso altri mercati come il Canada ad esempio che ridurrà drasticamente gli acquisti di vino statunitense e magari tentare anche la strada del Sud America e potremmo anche studiare modi per lavorare molto di più sull’enoturismo nei nostri territori per attrarre clienti sia dall’Italia che dal resto dell’Europa che da altri paesi del mondo. Intanto penso che con i nostri importatori d’oltreoceano ci spartiremo le quote dei dazi". Grande preoccupazione viene esternata anche dal presidente del Consorzio del Brunello Giacomo Bartolommei che sottolinea come "le misure adottate dal presidente Trump ovviamente non ci soddisfano affatto, vogliamo continuare a sperare sui negoziati che debbono continuare, siamo anche penalizzati dal cambio euro-dollaro che secondo molti analisti a fine anno potrebbe toccare quota 1,25, Dobbiamo adottare con l’Europa strategie atte a sostenere un mercato che ad oggi è insostituibile. Sembra proprio che dagli USA sia arrivata sul vino la tempesta perfetta. Anch’io sono d’accordo sull’insistere su altri mercati come il Canada e come Consorzio puntiamo all’Ontario e al Quebec. Dovremo anche migliorare sul turismo nei nostri territori creando un’offerta di qualità ma sostenibile visto anche il calo generale delle presenze. Con gli importatori fino ad oggi ci dividevamo le quote dei dazi al 50%, ora vedremo anche se qui le trattative vengono operate privatamente dai singoli produttori. Ci attende un periodo denso di sfide difficili che dovremo cercare di vincere per il bene delle nostre imprese e non solo".

Andrea Falciani