REDAZIONE SIENA

Beko, i sindacati guardano al futuro: "È iniziata la partita decisiva"

All’indomani del preliminare per l’acquisto dello stabilimento, la soddisfazione e le nuove attese. Il punto di Cgil, Cisl e Uil davanti ai cancelli in viale Toselli. Martedì l’incontro al ministero per la firma.

Foto di gruppo ieri mattina al presidio davanti ai cancelli dello stabilimento Beko di viale Toselli

Foto di gruppo ieri mattina al presidio davanti ai cancelli dello stabilimento Beko di viale Toselli

L’atto che stipula l’accordo preliminare di compravendita dello stabilimento di Viale Toselli da parte di Invitalia è arrivato come pioggia fresca dopo un periodo di aridità. I sindacati e i lavoratori della Beko possono dire di aver raggiunto un primo, fondamentale, obiettivo, grazie anche al contributo diretto del Comune di Siena tramite un protocollo d’intesa. "Un atto sostanziale: altrove Invitalia si limitava a visite di cortesia, a Siena invece, grazie alla nostra mobilitazione, è arrivata all’acquisto – ha detto senza mezzi termini Massimo Martini, segretario Uilm Uil di Siena –. Si tratta di un primo atto concreto, ora attendiamo i passaggi formali, ma crediamo in una reindustrializzazione rapida e concreta".

Il 30 luglio i sindacati saranno a Roma, a firmare l’accordo per l’incentivo di uscita volontaria legato alla Naspi tramite la procedura numero 234, mentre va avanti la ricerca di investitori. "Sono ottimista: diversi imprenditori sono interessati – ha aggiunto Martini –. Fino a ieri tutto era nascosto, ma ora sappiamo che almeno il 30% dei contatti ha mostrato interesse reale, pari a circa dieci soggetti, una base solida da cui partire". La lotta entra ora in una nuova fase.

"La vertenza Beko è sociale, con ricadute sull’intero tessuto economico e sindacale – ha sottolineato Daniela Miniero, segretaria generale Fiom-Cgil di Siena –. In vista delle elezioni di ottobre, continueremo a richiamare la politica alle proprie responsabilità. È la prima volta che lo Stato interviene direttamente in una crisi aziendale, e deve essere solo l’inizio". I due pilastri ottenuti sono lo strumento normativo che consente ai lavoratori un paracadute economico fino al 2027 e la garanzia di acquisizione dello stabilimento.

"La scelta di un accordo quadro per tutti gli stabilimenti italiani ha fatto la differenza: senza soluzione per Siena, non c’era soluzione per nessuno – ha spiegato Miniero –. Spero che la strategia possa essere replicata. Intanto ci sono già alcuni investitori interessati".

Molte incognite restano da chiarire nei prossimi mesi, sicuramente entro settembre 2027, quando finiranno gli ammortizzatori sociali. "Qualora non si raggiungesse un accordo conforme a quanto concordato, le parti dovranno necessariamente rivedersi per valutare un’ulteriore estensione degli ammortizzatori sociali – ha detto il segretario della Fim Cisl di Siena Giuseppe Cesarano –. Siamo umili e concreti: la partita vera inizia ora, ma sul territorio ci sono soggetti industriali di rilievo". Per quel che riguarda le uscite dei lavoratori dal perimetro, fissato a 299, Cesarano ha spiegato: "Da qui al 30 settembre una ventina di lavoratori non sarà più presente: nove sono già usciti ufficialmente, altri otto in procinto di farlo. Dobbiamo stare attenti, perché uscire significa perdere le tutele".