MASSIMO BILIORSI
Cronaca

L’incanto di Fresu e Sosa. Siena Jazz apre i seminari con un concerto magico

La grande musica senza confini nel programma di ’Sboccia l’estate’. Il trombettista ricorda Caroni e la sua crescita: "Senza Siena sarei stato diverso" .

La grande musica senza confini nel programma di ’Sboccia l’estate’. Il trombettista ricorda Caroni e la sua crescita: "Senza Siena sarei stato diverso" .

La grande musica senza confini nel programma di ’Sboccia l’estate’. Il trombettista ricorda Caroni e la sua crescita: "Senza Siena sarei stato diverso" .

Saranno stati in tanti, entusiasti di aver vissuto un evento difficilmente raggiungibile, dopo il concerto ad avere pensato che la preparazione del cibo sia un’alchimia dell’anima. Nel lento passare dei tempi di cottura scorre la bellezza dell’album "Food", che ha aperto alla grande la 55^ Edizione dei Seminari Internazionali di Siena Jazz. Il jazz in Piazza è sempre una avventura di un equilibrista senza rete: bisogna conquistarsi il pubblico più vasto ed il messaggio che deve arrivare deve essere di bellezza di esecuzione, contenuti non stretti in un genere. Questo concerto, è un diamante, una dedica alla bellezza, alla delicatezza, alla nobiltà di certe strutture musicali, manipolate dalle tastiere entusiastiche di Sosa, dalla tromba fluida e ipnotica di Fresu. La notte non poteva arrivare più dolcemente.

È la punta di un iceberg fatto di tanti appuntamenti di jazz da qui al 6 agosto, lo hanno ricordato il presidente Massimo Mazzini e il direttore artistico Francesco Bigoni, preceduti da Vincenzo Bocciarelli di "Sboccia l’estate 2025." "Il concerto in piazza del Campo a Siena è stato, per me, il più intenso di questa lunga estate", scrive Fresu sulle pagine social. Al di là degli aspetti professionali che pone la nostra città al vertice di certe eccellenze, la profondità dell’evento si evince dall’incrocio dei venti (musicali) che ci fanno paragonare proprio "Food" alla nostra grande scuola in Fortezza Medicea. Basta sentire gli spifferi fra jazz e rap di "Greens", con la voce di Karl Walker, per capire che questa è "musica del mondo", senza padri ma con molte madri che l’hanno generata. I brani come "Yanela", sono patrimonio dell’umanità, sembra che la voce suadente accompagni la risacca della marea. Passano altri protagonisti come Indwe, Andy Narell, Jacques Morelenbaum, Kokayi. Un crescendo di voci e note fluide che culminano in tuffi liquidi, a volte scandite dal pianoforte, altre dal flicorno.

Tutto il concerto, con un pubblico attento e numeroso, è avvolto da una impalpabile e onirica leggerezza. La folla, raro per una piazza, resta incantata e quando è invitata al ritmo, alla danza, non si tira indietro. La perla, unica cover del disco, è "A cimma", stavolta la cucina è genovese, la matrice De André-Pagani: voce del figlio Cristiano. Pura alchimia.

È l’affermazione estetica di una bellezza oscura e spietata, una magia dello spirito che cercava la giusta strada per arrivare al mondo. E ci è riuscita in questa lunga notte perché questo "difficile" concerto è arrivato al cuore di tutti. "Senza Siena sarei stato diverso. O perlomeno, come Giotto, avrei visto il mondo da un’altra prospettiva". Una frase di Fresu spiega i decenni di Siena Jazz.