CRISTINA BELVEDERE
Cronaca

Beko, confronto sul rilancio. Dieci imprenditori interessati. Ecco cosa vogliono produrre

Affollata iniziativa sulla vertenza organizzata dai sindacati con Giani, Tomasi e Bundu. Svelate le manifestazioni di interesse all’advisor Sernet. Scontro acceso sull’ipotesi ’spezzatino’.

Affollata iniziativa sulla vertenza organizzata dai sindacati con Giani, Tomasi e Bundu. Svelate le manifestazioni di interesse all’advisor Sernet. Scontro acceso sull’ipotesi ’spezzatino’.

Affollata iniziativa sulla vertenza organizzata dai sindacati con Giani, Tomasi e Bundu. Svelate le manifestazioni di interesse all’advisor Sernet. Scontro acceso sull’ipotesi ’spezzatino’.

Si dipana la nebbia che finora ha circondato il progetto di rilancio industriale del sito Beko di viale Toseli. L’occasione è stata l’iniziativa organizzata in Saletta dei Mutilati dai sindacati territoriali con i candidati alla presidenza della Regione Eugenio Giani (centrosinistra), Alessandro Tomasi (centrodestra) e Antonella Bundu (Toscana Rossa). I tre aspiranti governatori hanno risposto alle domande della segretaria Fiom Cgil Daniela Miniero, del segretario Uilm Massimo Martini e di Giuseppe Cesarano, leader della Fim Cisl. Tutti da un anno quotidianamente in prima linea per mantenere la produzione e i livelli occupazionali nello stabilimento.

Giani ha ricordato agli operai presenti in sala con l’ormai storica pettorina ’299 motivi per non mollare’: "Sono stato tra di voi e ho partecipato ai numerosi tavoli ministeriali fino alla firma dell’accordo del 14 aprile – ha detto –. Mentre come Regione ci siamo impegnati a mettere a disposizione quasi un milione di euro per la formazione dei lavoratori nel futuro processo di reindustrializzazione".

Immediata la ’stoccata’ di Alessandro Tomasi (centrodestra), che rivolgendosi anche lui ai lavoratori, ha rimarcato: "Io non vorrei vedervi protestare davanti ai cancelli, ma vorrei vedervi dietro ai cancelli a lavorare. Nel 2008 l’azienda ha distinto il patrimonio produttivo da quello immobiliare. Questo era un campanellino d’allarme, che non andava trascurato". Quindi il sindaco di Pistoia ha illustrato il suo "metodo di lavoro": "Bisogna stare vicino alle aziende sempre. Anche quando le cose vanno bene, per intervenire ai primi segnali di crisi. L’idea è mettersi a disposizione con manovre urbanistiche, incentivi alla formazione e garanzie di tempi veloci e certi per gli investitori". Critica Antonella Bundu (Toscana Rossa): "La politica non deve essere un megafono, ma deve essere lungimirante e parlare con il territorio – ha sottolineato –. I due anni di cassa integrazione? Meglio evitarli con l’arrivo di un nuovo investitore. Sono necessarie politiche serie sul territorio contro azioni predatorie di chi viene, prende il know-how e se ne va".

E proprio il tema del futuro investitore ha tenuto banco alla luce dell’annuncio di Giani: "L’advisor Sernet ha ricevuto dieci manifestazioni di interesse tra piattaforme per la gestione di rifiuti elettronici, data center e produzioni di impianti per la catena del freddo collegati al biomedicale. Io sollecito uno sviluppo sostenibile, perché può ottenere incentivi sia dalla Regione che dall’Europa". E poi categorico: "L’ipotesi Leonardo non è mai stata sul tavolo. In ogni caso, io non sono per la frammentazione né per lo ’spezzatino’. Preferisco favorire l’arrivo di un grande soggetto industriale, in grado di dare garanzie per il futuro non solo ai 299 lavoratori, ma anche al resto del territorio, creando nuova occupazione".

Diversa la posizione di Tomasi: "Bisogna capire nei fatti se possono coesistere più attività complementari. Non leghiamoci le mani. L’obiettivo è evitare una nuova crisi industriale dopo pochi anni". Poi ha aggiunto: "Non si poteva fare qualcosa prima della crisi? Serve vicinanza alle attività economiche"

Tranchant Bundu: "Sarebbe irricevibile se non venissero riassunti tutti i 299 lavoratori. Serve un progetto che garantisca un lavoro duraturo. E soprattutto dignitoso". Giani ha quindi snocciolato una serie di numeri per elencare i risultati del suo mandato: "La Regione parla con i fatti. In cinque anni ci sono state 100 crisi aziendali, di cui 80 risolte mentre sulle altre ci sono progetti di riconversione. il tasso di occupazione è aumentato del 5,6% passando dal 65,3% nel 2020 all’attuale 70,9% con 128mila nuovi posti, grazie alle nostre politiche attive del lavoro basate su Arti i i suoi 55 Centri per l’impiego".

Pioggia di critiche da Bundu: "Sembra che vada tutto bene, ma di che tipo di lavoro si tratta? Che contratti sono?". Tomasi ha chiuso nel segno della concretezza: "I sindacati hanno firmato una piattaforma sul lavoro con 24 sindaci. Bisogna arrivare pronti con risorse e interventi urbanistici per rendere i territori attrattivi. Il modello Beko, in questo senso, può essere calato anche in altre località, per dare risposte alle crisi industriali".