GIOVANNI PELLICCI
Cronaca

Annata buona per qualità e quantità. Ma il bicchiere è inquinato dai dazi

GROSSETO In Maremma, dopo i temporali di metà agosto e l’incognita dei dazi Usa, a pesare sul settore vitivinicolo sono anche...

Conto alla rovescia: a breve la vendemmia del 2025

Conto alla rovescia: a breve la vendemmia del 2025

GROSSETO

In Maremma, dopo i temporali di metà agosto e l’incognita dei dazi Usa, a pesare sul settore vitivinicolo sono anche nuove sfide economiche e commerciali. Ne abbiamo parlato con Simone Castelli, presidente di Coldiretti Grosseto.

Presidente Castelli, qual è la situazione attuale?

"È una stagione appesa a un filo sottilissimo. I forti temporali e le grandinate tra il 15 e il 17 agosto, in particolare nelle zone di Scansano e sulla costa, hanno colpito a macchia di leopardo. Il risultato è un indebolimento delle bucce degli acini e terreni molto umidi, fattori che espongono i vigneti al rischio di muffe e marciumi. I prossimi dieci giorni saranno decisivi".

Quali sono le prospettive della vendemmia?

"Al momento possiamo parlare di un’annata buona, sia per qualità che per quantità. Se da qui in avanti avremo un clima stabile, la vendemmia potrebbe diventare ottima. L’equilibrio dipende tutto dalle condizioni meteo: una corretta e tempestiva gestione agronomica adesso può fare la differenza".

Quante sono le aziende vitivinicole in Maremma?

"Parliamo di quasi 2.500 aziende attive, con 9.500 ettari coltivati a vite. Lo scorso anno, secondo Istat, sono stati raccolti oltre 550mila quintali di uva. Il comparto è uno dei pilastri della nostra agricoltura".

Oltre al meteo, quali sono le altre minacce per il settore vitivinicolo?

"Ce ne sono molte. La più immediata è l’introduzione dei dazi Usa del 15%. A questo si aggiungono il cambio nelle abitudini di consumo, l’inasprimento delle sanzioni per guida in stato di ebbrezza che ha generato un calo nei consumi anche senza modifiche al tasso alcolemico consentito, e infine l’orientamento dell’Unione Europea che vorrebbe etichette allarmistiche che rischiano di equiparare il vino al tabacco".

Come giudica l’accordo commerciale sui dazi?

"C’è uno squilibrio evidente. Lo avevamo denunciato già da tempo. Ci aspettavamo almeno l’esclusione del vino dalla lista dei dazi. Così, si regala spazio a Paesi concorrenti su un mercato, quello vinicolo che storicamente è nostro".

Cosa si aspetta dalle istituzioni italiane ed europee?

"Sostegni economici immediati per le filiere più colpite e un cambio di rotta nei negoziati. Non possiamo continuare a penalizzare il settore agroalimentare nei tavoli internazionali. Inoltre, va mantenuta alta l’attenzione sugli standard di sicurezza alimentare: se apriamo ai prodotti extra-Ue, dobbiamo pretendere che rispettino le stesse regole di qualità dei nostri. Altrimenti la concorrenza diventa sleale e mette a rischio l’intero sistema agricolo italiano".

Nicola Ciuffoletti