ELENA SACCHELLI
Cronaca

La speranza invisibile. Una lotta senza campo per disarmare i batteri

La scienziata Antonella Fioravanti protagonista domenica al Moderno "Il cambiamento climatico sta influenzando anche i microrganismi. Per cambiare la storia, importanti la conoscenza e la consapevolezza".

La scienziata Antonella Fioravanti

La scienziata Antonella Fioravanti

Il suo primo libro, ‘Viaggio nel mondo invisibile’, uscirà il 12 settembre. Ma Antonella Fioravanti, scienziata che studia come disarmare i batteri patogeni con approcci innovativi, domenica sarà una delle protagoniste del Festival della Mente. ‘La speranza invisibile’ è il titolo dell’incontro in cui la ricercatrice di Prato spiegherà al pubblico come nel tempo fragile che stiamo vivendo, l’invisibile, che è parte della minaccia, possa anche diventare il nostro più grande alleato.

Dottoressa Fioravanti, nell’immaginario comune i microbi assumono un’accezione negativa. Ma oltre a nostri nemici, potrebbero essere considerati anche amici invisibili?

"Assolutamente. I microrganismi, o microbi, non solo sostengono la vita sul pianeta: permettono anche la nostra. Nel nostro corpo vivono più microbi che cellule umane. Questi coinquilini invisibili non sono semplici passeggeri: quelli dell’intestino ci aiutano a digerire il cibo e a produrre vitamine, educano il sistema immunitario e mantengono l’equilibrio che ci difende dalle malattie. Quelli della pelle e delle mucose ci proteggono dai patogeni. Fuori dal corpo, i microbi sono alleati altrettanto preziosi: lieviti e batteri ci permettono di produrre cibo; altri arricchiscono i terreni, purificano acqua e aria, degradano plastiche e inquinanti, fissano anidride carbonica e persino ci offrono nuove fonti di energia. Da secoli rappresentano anche una farmacia naturale, offrendoci sia la maggior parte dei farmaci antimicrobici a disposizione, sia producendo farmaci da noi ingegnerizzati".

A lei il merito di avere scoperto un metodo innovativo per combattere l’antrace, malattia infettiva che colpisce prevalentemente gli animali, ma che può infettare anche l’uomo. Su cosa si sta concentrando adesso il suo lavoro?

"In questo ultimo anno di maternità mi sono dedicata ad analizzare i dati scientifici disponibili, le linee guida e i rapporti delle principali organizzazioni che si occupano di clima e salute globale, per capire e raccontare come i cambiamenti climatici stiano influenzando i microrganismi e, di conseguenza, la nostra salute. In parallelo ho avviato una nuova linea di ricerca che mi sta particolarmente a cuore. Recentemente abbiamo scoperto che alcuni microrganismi – come Fusobacterium, Porphyromonas e altri – possono allearsi con le cellule tumorali, diventando complici silenziosi della malattia. In tumori come quelli al seno, alla testa-collo o al colon, questi microbi favoriscono la crescita del cancro, la formazione di metastasi e aumentano la resistenza alle terapie tradizionali come la chemioterapia. Ignorandoli, finora abbiamo combattuto il cancro come se avessimo una mano legata dietro la schiena. Il mio obiettivo è scoprire i loro punti deboli e sviluppare strategie innovative per spezzare questa alleanza del male, offrendo ai pazienti oncologici nuove possibilità di sfuggire a prognosi drammatiche".

Sulla proliferazione di microbi e batteri incide inevitabilmente il cambiamento climatico. In che misura? E quali potrebbero essere gli effetti considerando un innalzamento costante della temperatura terrestre?

"Il cambiamento climatico non sta trasformando solo il mondo che vediamo: sta rivoluzionando anche quello invisibile dei microbi, con conseguenze dirette sulla nostra salute. Lo scioglimento dei ghiacci libera microrganismi antichi: alcuni già patogeni, altri potenzialmente pericolosi, molti dei quali possiedono resistenze agli antimicrobici che utilizziamo oggi. Queste masse di microbi finiscono poi negli oceani e nei corsi d’acqua. L’aumento della temperatura terrestre riscalda gli oceani e alimenta eventi meteorologici estremi. I dati raccolti fin dagli anni ’80 ci dicono che dopo disastri di questo tipo si registrano puntualmente picchi di infezioni gastrointestinali e respiratorie nelle popolazioni colpite. Allo stesso tempo, il caldo spinge vettori di malattie infettive – come zanzare e zecche – e i loro serbatoi naturali, dagli uccelli ai piccoli mammiferi, a spostarsi verso aree prima considerate sicure. Così malattie un tempo confinate in specifici ecosistemi possono raggiungere nuove regioni e nuove comunità. I microbi si adattano facilmente al clima e all’ambiente che cambia, imparando a crescere a temperature più alte diventano più capaci di colonizzare ambienti caldi come il nostro corpo".

Ricercatrice, ma anche divulgatrice scientifica. Lei rappresenta un’eccellenza in un settore - quello delle materie Stem - in cui le donne sono ancora sotto rappresentate. Perché?

"Secondo il rapporto Unesco 2024 le donne occupano solo il 22% dei lavori Stem nei Paesi del G20 che garantiscono, almeno sulla carta, pari accesso all’istruzione. Negli ultimi anni ci è stato detto che potevamo fare tutto: decidere di non avere figli o di averli, essere scienziate o astronaute, madri single. Ma non ci è stato spiegato come. Nessuno ci ha impedito di accedere agli studi, ma pezzo dopo pezzo ci hanno azzoppato nel momento in cui abbiamo scelto di essere madri. In un momento storico in cui l’umanità è sull’orlo di crisi sanitarie, climatiche, alimentari ed energetiche, rinunciare al contributo delle donne non è un torto a loro, ma un danno enorme al futuro di tutti".

Qual è quindi la speranza invisibile?

"La conoscenza: comprendere i microbi, capire come reagiscono ai cambiamenti ambientali e trovare da loro soluzioni innovative per affrontare le crisi. Ma anche la consapevolezza: se oggi riusciamo a far comprendere alle persone l’importanza di questo tema e a coinvolgerle, possiamo davvero cambiare il corso della storia".