
Cristina Manetti sarà domenica al Metastasio in dialogo con Lella Costa
Chissà se Penelope, mentre si passava tra le dita il tela che di giorno intesseva – e che si premurava di disfare di notte per sfuggire alla promessa fatta ai Proci, prendere marito quando avrebbe finito di intrecciare la veste funebre di Laerte – sognava scogli scuri e terre aride. Penelope, che aspetta a Itaca il ritorno di Ulisse per vent’anni e ingarbugliata nella trama di una morbida vita domestica, è l’archetipo della perfetta donna di casa e della casta moglie fedele. Forse, però, anche lei sognava altro, qualcosa che sconfinasse la mollezza di casa e di un ruolo preimpostato. E così arriva la nuova Penelope, una Penelope moderna che tra le dita sostiene il peso di un bagaglio e non quello di una tela.
"A Penelope che prende la valigia" (edito da Giunti) è il titolo del libro di Cristina Manetti, giornalista, capo di Gabinetto della Regione Toscana, presidente del Museo Casa di Dante e ideatrice del progetto "Toscana delle donne" (un’iniziativa contro la violenza e le discriminazioni di genere, per promuovere i diritti, i meriti e i talenti delle donne in modo non convenzionale). Il libro sarà presentato dalla scrittrice domenica 7 settembre al Teatro Metastasio, alle 19, in dialogo con Lella Costa, attrice e autrice. L’evento rientra nel programma di "Donne di Toscana in tour", un ciclo di incontri a ingresso gratuito organizzati in collaborazione con le amministrazioni comunali del territorio. Il tour affronta il tema delle pari opportunità anche in ambito lavorativo.
"A Penelope che prende la valigia" è un romanzo epistolare. Sul retro del volume si legge: "una madre scrive alla figlia dodicenne Penelope e alle sue compagne immaginando di riempire la valigia di parole. Una metafora della vita della Penelope protagonista ma di tutte le ragazze, future donne, ancora in viaggio verso una meta paritaria e degna di rispetto".
Il libro è diviso in capitoli che sono tutti nominati attraverso un singolo vocabolo. Alcuni sono: coraggio, speranza, libertà, gentilezza, allegria, immaginazione, viaggio e tenacia. L’autrice ha pensato a uno specifico vocabolario, particolari lemmi da infilare in valigia, affinché le ragazze diventino artefici del proprio destino. Non è un caso che sono segnati i dodici anni, come età di partenza di lettura. Per una Penelope che non aspetta, ma che rovista all’interno della sua coscienza parole come farebbe dentro a un armadio con i vestiti, per una Penelope che vuole capovolgere le sue origini, che si prepara alla partenza e poi alla vita: tutto questo sarà a teatro domenica 7 settembre.
Lavinia Beni