
Fabia Romagnoli ha lanciato un appello che non può e non deve essere lasciato cadere nel vuoto, non ha niente...
Fabia Romagnoli ha lanciato un appello che non può e non deve essere lasciato cadere nel vuoto, non ha niente di ideologico ma si basa su elementi di fatto inoppugnabili. Occorre prendere atto che le cose non vanno, non vanno nel mondo della politica, nel mondo imprenditoriale e delle professioni, nel commercio, nel sindacato e perfino nell’associazionismo.
La classe dirigente di una città non è solo l’espressione che ne da la politica, la classe dirigente è frutto dell’insieme di chi opera con responsabilità in tutta la società cittadina. Le istituzioni devono essere accompagnate dai corpi intermedi della società (industria, commercio, professioni, associazionismo, terzo settore, volontariato).
Occorre creare un patto e un tavolo tra tutti questi soggetti, indipendentemente dalle differenze ideali, culturali e oserei dire perfino dagli interessi economici, che vadano ad analizzare la situazione, ne individuino le cause e ipotizzino un cammino, che ponga le basi per un percorso che porti alla ricostruzione del tessuto sociale ed economico della città.
Sarebbe un errore lasciare esclusivamente in mano ai partiti la gestione della partita nel momento più difficile per la città. Il coinvolgimento dei corpi intermedi è determinante. Ma le forze progressiste della città devono sentire l’obbligo di operare per ricostruire un tessuto sfilacciato e ricucire un rapporto di fiducia con i cittadini. L’alternativa, altrimenti, non può che essere l’accentuazione del declino. Prato, città dello sconforto, o piove o tira vento o suona a morto. Abbiamo l’obbligo di fare di tutto perchè non sia così.
Fabrizio Michelonielettore di sinistra