
Il Tavolo nazionale Moda porta incentivi per design e campionari. La Porta: "Governo attento". Vignolini: "Tutelare le microimprese".
Un dispositivo legislativo per certificare la sostenibilità e la legalità delle imprese della moda, nuovi incentivi per design e realizzazione dei campionari, e una linea chiara sul negoziato con gli Stati Uniti per chiudere la partita dei dazi. Sono queste le novità emerse dal Tavolo Nazionale della Moda, presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Un punto fermo di un percorso più ampio, il Piano Italia Moda, pensato per accompagnare la ripresa e rilanciare uno dei settori più simbolici del sistema produttivo italiano oltre che pratese.
"Valorizzazione del marchio ‘Made in Italy’, sostegno al settore tessile e all’intera filiera della moda, estensione e facilitazione della cassa integrazione per non lasciare indietro nessuno, e investimenti nella prossima legge di bilancio sotto forma di crediti di imposta", dichiara Chiara La Porta, deputata pratese di Fratelli d’Italia. Il tavolo, ha ricordato, non è un evento isolato ma parte di un confronto continuo: "Si è già riunito molte volte con il ministro Urso proprio per definire al meglio, con obiettivi concreti, l’attenzione del governo a questo settore sin dall’inizio della legislatura".
Un’attenzione che si traduce anche nella volontà di potenziare le tutele occupazionali e accompagnare la crescita attesa per i prossimi mesi. "Tutto questo accade in piena concordia con le parti sociali - aggiunge La Porta - che hanno tenuto un atteggiamento costruttivo. Il settore può guardare al futuro con rinnovata possibilità di crescita".
Ma se l’intento politico è chiaro, non mancano le preoccupazioni dal mondo produttivo. Moreno Vignolini, presidente di Confartigianato Moda, ha messo in guardia da alcune minacce concrete: "Quello che sta accadendo in queste ultime settimane al settore moda rischia di compromettere ogni misura a sostegno della ripresa. Da un lato la questione illegalità sollevata a un importante marchio italiano, con un impatto mediatico devastante sulla credibilità del Made in Italy; dall’altro l’ipotetico sdoganamento di produzioni Made in India da parte di un altro storico brand".
Vignolini ha inoltre ricordato il tema delle importazioni di cashmere dalla Cina, che rischiano di mettere in ginocchio le ultime filature italiane di pregio. "Aziende che rappresentano l’eccellenza nella lavorazione delle fibre naturali e il primo anello della catena del vero Made in Italy". Da qui la richiesta di interventi mirati: "Se l’obiettivo è valorizzare il Made in Italy, dobbiamo rimettere al centro la manifattura, anche quella delle micro imprese. Servono interventi precisi, valorizzando le aggregazioni e le filiere d’eccellenza, anche attraverso la certificazione di legalità alla quale stiamo lavorando col ministero".
Tra le misure proposte anche l’efficientamento energetico degli impianti con formule simili all’Industria 4.0, la digitalizzazione delle strutture e l’avvio rapido della normativa Epr, riformata per premiare chi lavora a monte della filiera. "Accogliamo con favore - conclude Vignolini - la misura sul credito d’imposta per i campionari", strumento chiave per sostenere creatività, progettazione e qualità. Intanto, resta in primo piano la sfida internazionale. Il governo ha confermato l’impegno a chiudere in modo positivo il negoziato con gli Stati Uniti per eliminare i dazi su prodotti chiave della moda. Una partita che vale milioni per un comparto che ha ancora molto da dire - e da esportare - nel mondo.