Prato, 1 settembre 2025 – “La procura (di Prato, ndr) sta effettuando investigazioni sui temi oggetto delle denunce presentate da Tommaso Cocci e da altri esponenti politici, al fine di verificare i fatti narrati e individuare le responsabilità penali ove esistenti. L'ufficio è da tempo impegnato a curare mirati accertamenti e, con riferimento ai fatti esposti, si procede allo stato, per i reati di diffusione di immagini e video sessualmente espliciti senza il consenso dell'interessato e di diffamazione. Tale doverose indagini per la loro delicatezza, anche tenendo conto del periodo elettorale, esigono il massimo riserbo”. Così il procuratore di Prato Luca Tescaroli in una nota diffusa questo pomeriggio in merito al caso che ha coinvolto Tommaso Cocci, l'ex capogruppo di Fratelli d'Italia nel consiglio comunale pratese al centro di un ricatto per una foto intima inviata dopo essere stato adescato on line.

Il caso massoneria
Riguardo all’indagine, a quanto riporta Repubblica, la procura laniera ha acquisito gli elenchi degli affiliati alla loggia Sagittario di Prato-Valle del Bisenzio, parte della Gran loggia Alam (Antichi liberi accettati muratori), già citata nell'inchiesta per corruzione sull'ex sindaca Pd Ilaria Bugetti e l'imprenditore Riccardo Matteini Bresci (fino al 2020 gran maestro), e ora di nuovo sotto i riflettori per il caso che ha coinvolto Tommaso Cocci, a sua volta affiliato e segretario della loggia ma 'in sonno’ da giugno scorso.
L'inchiesta pratese è nata dalla denuncia di Cocci, nei mesi scorsi, alla Digos pratese: revenge porn e diffamazione i reati ipotizzati. Due i plichi ricevuti, e fatti circolare anche ai vertici di Fratelli d'Italia. "Se continui a fare politica ti distruggiamo la vita” una delle minacce, accompagnata da accuse anche gravissime. E con un riferimento proprio all'affiliazione alla loggia Sagittario, la stessa tramite la quale, almeno stando alle conversazioni intercettate nell'inchiesta sul caso Bugetti, Matteini Bresci avrebbe convogliato migliaia di voti per la corsa a sindaco. Nel respingere le accuse infamanti contenute nelle lettere di minacce, Cocci ha fatto un'unica ammissione rispetto a quanto scritto nelle missive, relativa proprio al suo ruolo di segretario nella loggia di via Lazzerini, a Prato, spiegando di essersi messo in sonno da giugno, mese in cui Bugetti è stata travolta dall'inchiesta, condotta questa dalla Dda di Firenze. Lo stesso Cocci non avrebbe escluso che quanto accaduto fosse lo spurgo di una rivalità interna al partito in città, l'iniziativa di 'corvi’ interessati a tenerlo fuori dalla lista.