REDAZIONE PRATO

Prostitute negli hotel. Condanna a quattro anni per ex gestore del Luxory: "Tollerò l’attività illecita"

La sentenza nei confronti di Lin Xia, nome di spicco nella comunità cinese. Aveva già patteggiato per la sparatoria alle Cascine di Tavola del 2018.

I. carabinieri alle Cascine di Tavola dopo la sparatoria nel 2018 Foto Attalmi

I. carabinieri alle Cascine di Tavola dopo la sparatoria nel 2018 Foto Attalmi

Aveva "tollerato" la presenza delle prostitute all’interno dell’hotel del quale, almeno formalmente, risultava essere solo un dipendente ma di cui, secondo gli inquirenti, era in realtà gestore occulto. E’ arrivato a conclusione l’articolato procedimento penale su un giro di prostituzione, estorsioni e ricatti che avrebbe coinvolto due gruppi contrapposti di cinesi che si davano battaglia, fra il 2018 e il 2019, per il controllo e la spartizione delle lucciole cinesi in città. A mettere la parola fine sulla lunga inchiesta – che si è divisa in più parti – è stata la sentenza emessa due giorni fa dal tribunale di Prato (pm Vincenzo Nitti) nei confronti di un nome noto e di spicco della comunità cinese: Lin Xia, 55 anni, difeso dall’avvocato Melissa Stefanacci, condannato a quattro anni per "aver tollerato la presenza delle prostitute" all’interno del Luxory, albergo di via Paronese più volte in passato finito al centro delle cronache proprio per essere crocevia di affari illeciti.

L’inchiesta nasceva da altre due: quella sulla sparatoria avvenuta nel luglio del 2018 all’ingresso del parco delle Cascine di Tavola (in un orario molto frequentato) fra due gruppi di cinesi e quella su una brutta estorsione compiuta ai danni di tre prostitute che furono picchiate in una stanza del Wall Art di viale della Repubblica nel febbraio 2019. Lin Xia, fra l’altro, ha patteggiato un’altra condanna a tre anni per la sparatoria alle Cascine di Tavola in quanto fu ritenuto l’uomo che aveva accompagnato in auto i connazionali che si erano dati appuntamento all’ingresso del parco per un "regolamento dei conti" legato al mondo della prostituzione.

Lin Xia fu arrestato durante le indagini (all’epoca condotte dai pm Lorenzo Gestri e Giampaolo Mocetti) per la sparatoria alle Cascine – nella quale un cinese rimase seriamente ferito – e mentre si trovava in carcere gli furono recapitati altri due avvisi di garanzia: uno per la detenzione di una pistola (mai trovata) che sarebbe stata usata durante la sparatoria e l’altro per aver permesso la presenza delle prostitute all’interno del Luxory dove lavorava. Quest’ultima imputazione gli è costata la nuova condanna in primo grado a quattro anni. Secondo l’accusa infatti, il cinese avrebbe permesso alle prostitute di entrare nell’hotel per svolgere la loro attività e avrebbe intrattenuto rapporti con alcuni esponenti delle forze dell’ordine che avrebbero "chiuso un occhio" pur sapendo quello che avveniva nell’albergo.

I fatti si collocano in un periodo piuttosto "movimentato" nel quale si registrarono diversi episodi violenti legati al mondo della prostituzione cinese. Uno di questi fu proprio la spedizione punitiva all’interno del Wall Art per pretendere il "pizzo" da tre prostitute. Le cose non andarono come previsto. Le ragazze erano in una camera di albergo e insieme a loro c’era un protettore. Scoppiò una furibonda lite con gli estorsori a colpi di coltelli. Ci furono feriti. Quando la polizia arrivò si trovò di fronte a una scena devastante: la camera di albergo era zuppa di sangue con schizzi perfino sui muri e sul soffitto. L’inchiesta della procura partì da quella rissa e portò alla luce elementi nuovi mettendo nei guai anche Lin Xia che con la spedizione punitiva al Wall Art non aveva nulla a che fare.

Laura Natoli