Luigi Caroppo
Cronaca

Caso Prato, commissario e voto anticipato. Pd, la notte dei lunghi coltelli: Fratelli d’Italia punta al ribaltone

La telefonata di Schlein, la dichiarazione di guerra (elettorale) di Donzelli

La deputata pratese di Fratelli d’Italia Chiara La Porta

La deputata pratese di Fratelli d’Italia Chiara La Porta

Prato, 21 giugno 2025 – Un terremoto lungo sette giorni. E non è finito. Più che scosse di assestamento sono previste nuove onde d’urto. In gioco la forza del centrosinistra che adesso ha di fronte due scenari in cui mettersi alla prova: le elezioni regionali del prossimo autunno e le elezioni pratesi probabilmente nella primavera del 2026.

Un terremoto che ha portato il caso Prato alla ribalta nazionale, entrato come un ciclone nelle stanze del Nazareno tanto che ieri la telefonata decisiva per spingere la sindaca Ilaria Bugetti a dimettersi è arrivata proprio dalla segretaria Elly Schlein.

Il Pd non poteva permettersi di affrontare la sfida per la Toscana con un’ inchiesta così pesante sulle spalle. E quindi ha optato per la svolta del sacrificio. Perché Ilaria Bugetti aveva vinto al primo turno un anno fa con ampio distacco da Gianni Cenni e perché Prato aveva rappresentato il laboratorio politico da prima fila, da prendere d’esempio: qui si era dato fuoco alle polveri per il campo largo grazie ad una coalizione che aveva messo insieme Pd, Sinistra e 5 Stelle. Un sacrificio sicuramente doloroso, ma necessario per poter puntare il dito contro l’avversario politico e poter avere le mani libere quando si parla di questione morale o giù di lì. E anche per vedere se la coalizione allargata per le Regionali può essere recuperata.

Perché adesso il centrodestra è agguerrito più che mai e i sondaggi che davano per vincente con ampio distacco Eugenio Giani contro Alessandro Tomasi non valgono più, sono distanti dalla realtà. Il centrodestra a trazione Fratelli d’Italia ha fatto del caso Prato, come già sottolineato, la madre di tutte le battaglie. Bisogna dire che la pressione esercitata nel corso di questa settimana ha portato risultati alla causa. Nella fattispecie sono state messe in campo una raffica di iniziative da fiato sul collo, senza tregua.

Gli attacchi pubblici continui, la rivolta in consiglio comunale ma non solo. Interrogazioni parlamentari e nel consiglio regionale. Le accuse dell’europarlamentare Francesco Torselli. Un filo diretto lungo l’asse Chiara La Porta-Giovanni Donzelli che arriva direttamente alla leader Giorgia Meloni.

Obiettivo puntare i riflettori sul sistema Toscana in cui potere fa troppo rima con affari per provare a realizzare il ribaltone in Regione e a Prato, città simbolo. Ecco la bordata di Donzelli: “In Toscana un sistema di potere è arrivato al capolinea per troppa autoreferenzialità e poca trasparenza. Dalla gestione della sanità, agli scandali bancari del Monte dei Paschi e Banca Etruria, dal Forteto alla vicenda dell’inquinamento con il Keu, o la poca prevenzione e cura del territorio sfociata in danni alluvionali, ma anche le modalità che emergono sui finanziamenti elettorali a Firenze, in Toscana emergono tutti i lati oscuri del sistema di potere gestito dal Pd. Un sistema opaco, lontano dai cittadini e distratto dal bene comune per troppo tempo è sopravvissuto a liti interne e alla cura di soli interessi personali”.

Una dichiarazione di guerra (elettorale) chiara e lampante. Che rilancia Tomasi per le Regionali e mette in prima fila a Prato due possibili candidati per elezioni ’suppletive’: la stessa Chiara La Porta o il suo ’delfino’ Tommaso Cocci. Il Comune va al commissariamento e quindi ad un congelamento evidente della macchina amministrativa: la città si blocca per sei mesi come minimo. Il Pd è sotto choc: è iniziata la notte dei lunghi coltelli. Ci sono responsabilità politiche oltre alle eventuali responsabilità giudiziarie. Come sanno bene Emiliano Fossi, Marco Furfaro, Marco Biagioni che ieri hanno portato Ilaria Bugetti a lasciare la carica.

Luigi Caroppo